27 set 2015
MFW: Iceberg, ritorno alle origini con Arthur Arbesser
27 set 2015
Nuovo corso per Iceberg, che riparte da Arthur Arbesser, il giovane viennese nominato direttore creativo del marchio italiano solo lo scorso giugno. A Milano, il suo debutto in passerella con la collezione per la prossima estate: un mix di linee pulite e colori forti, dettagli giocosi e disegni optical, con un rispetto totale del DNA del brand, espresso nell'uso della maglieria come materiale d'elezione, la quale andrà a costituire più dell'80% della nuova collezione donna Primavera/Estate 2016 di Iceberg.
"La nomina a direttore creativo di Iceberg mi ha colto di sorpresa e mi ha emozionato", ha ricordato il nuovo direttore artistico. "Lavorare a fianco degli artigiani è una scoperta continua: il passaggio dall'idea alla realtà non è mai stato per me così naturale. Di più: la tecnica stessa, il know-how sono diventati fonte d'ispirazione".
"Mi sono posto di fronte ai 40 anni di storia di Iceberg con un atteggiamento curioso e col desiderio di divertire", continua Arbesser nel comunicato ufficiale. "È stato come fare un passo fuori dal radar del mio piano d'azione per portare quello che so e quello che mi piace in un territorio nuovo e interessante. L'estetica militare e i tagli sportivi, elementi portanti di Iceberg, sono stati l'incipit del mio racconto. A questi ho accostato una vena di follia, un desiderio di gioco utilizzando la creatività multicolore e l’umorismo di Enrico Baj, artista italiano di cui ammiro l’anarchia spensierata. Il mio intento è dare una forma, fornire un abito all’idea di freschezza e di energia della contemporaneità. Con Iceberg, vorrei costruire un guardaroba facile, cosmopolita, irriverente, sensuale. La maglia, come materia prima, è perfetta per eseguire questo compito. È uno strumento narrativo in grado di raccontare il desiderio di rompere le regole e insieme di essere fedeli alla tradizione".
Ma nella sfilata Iceberg di Milano Moda Donna si è potuto cogliere anche l'amore di Arbesser per la grafica e per il suo opposto, la sregolatezza. Jacquard e vinile. Linee rette e linee morbide. Disegni optical e superfici piatte. A guardare la collezione viene in mente una partitura melodica che, in alcuni punti, va fuori ritmo. "È lo specchio della mia estetica: rigore e anarchia, un contrappunto che mi porta a spingere lo stile fino ai suoi limiti. Per poi fermarmi e guardare indietro, con leggerezza", conclude il designer austriaco.
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