MFW: Iceberg, Martial artista street couture

Beh, proprio bravo questo Alexis Martial. Vi chiederete chi sia, è il nuovo direttore creativo di Iceberg Donna. E' un parigino di 28 anni soltanto, ha lavorato da Givenchy con Riccardo Tisci e poi è stato a capo della moda di Paco Rabanne. Un fenomeno, direte. Un po' sì, coraggioso come la sua età impone, ma come spesso non sono i suoi coetanei.

Oggi ha portato in passerella una collezione forte e decisa, senza mediazioni: tutto nel mood dei tempi, smilzo, corto, a scatola, a sigaretta, linee diritte e nette, un po' uniforme e un po' tenuta da lavoro. Nessuna concessione romantica, a meno di non voler considerare romanticismo contemporaneo certi riferimenti all'estetica manga, certe sovrapposizioni di minigonne in organza tecnica sui completi colorati, oppure i tanti nastri lunghi che esagerano la cintura e svolazzano liberi. Una giovane couture che ha il tono dello street style, tra pelle e neoprene, mussola e materiali iridescenti.

Centralità del bianco, da solo o con il mastice, il giallo, il verdino e l'azzurro, ma anche con il nero. E' una moda pop attuale di grande freschezza, con shorts, abiti a gilet e a grembiule, canotte e bluse smanicate, t-shirt che giocano con il nome della maison in caratteri pittografici, in pratica il disegno astratto di un iceberg ricamato o applicato al posto del logo. Anche gli accessori e i dettagli sono forti: stivaletti con punta aperta e suola in gomma bianca, borchie di plexiglass e piccole lastre di metallo sui colletti.

E' stata una scelta di grande coraggio, che speriamo venga premiata, quella fatta da Paolo Gerani, ceo di Gilmar Group, cui comunque spetterà la supervisione di tutti i progetti moda. Del resto l'azienda dei Gerani nacque, a Cattolica, proprio dalla fantasia e dal coraggio imprenditoriale, come molte cose italiane. Il marchio Iceberg fu creato nel 1974 da Giuliana Gerani, la mamma di Paolo (oggi applaudiva in prima fila il giovane stilista francese) in tandem con la creatività di Jean Charles de Castelbajac. Insomma, il dna è quello della contemporaneità coraggiosa, in un certo senso Martial non deve fare altro che rispettare le radici del marchio.