M.A.C Cosmetics lancia una sua linea di skincare e si rafforza nei mercati emergenti
Mercoledì 1 marzo, mentre a Parigi è in pieno svolgimento la settimana della moda femminile, il marchio di make up M.A.C Cosmetics, di proprietà del gruppo americano Estée Lauder, festeggia il lancio di Locked Kiss Ink, una gamma di rossetti presentati come di durata extra lunga, oltre che confortevoli. La griffe, che a Parigi orchestra il make-up delle sfilate di Giambattista Valli, Balmain (che ha siglato la licenza beauty proprio con il gruppo Estée Lauder) e Rick Owens, accoglierà 800 persone, inclusi influencer di spicco, in una location di rilievo delle notti parigine.

Dall'inizio dell'anno, il marchio ha moltiplicato i lanci di prodotti. A gennaio M.AC. Cosmetics ha lanciato Hyper Real Skincare, una linea di prodotti per la cura della pelle che comprende un siero, una crema detergente e un detergente (venduti a partire da 21 euro). La linea promette idratazione, rinforzo della barriera cutanea e buona tenuta del trucco. Il tutto formulato in particolare con estratto di peonia giapponese. “M.A.C Cosmetics ha sempre offerto alcuni prodotti per lo skincare legati al make up, ma le nuove tecnologie e i nuovi principi attivi ci permettono di andare oltre. Hyper Real Skincare è una gamma che continueremo a sviluppare e sarà composta soprattutto da detergenti per rimuovere il trucco in maniera efficace, ma anche da altre innovazioni”, afferma Philippe Pinatel, da cinque anni direttore generale mondo del marchio di make-up.
Nata nel 1984 a Toronto, in Canada, su iniziativa di un fotografo/truccatore e proprietario di un salone di parrucchiere, M.A.C Cosmetics si è rapidamente affermato tra i make-up artist professionisti. Per soddisfare il consumatore finale, il marchio ha creato una rete di 600 negozi in tutto il mondo, oltre ad essere distribuito presso 6.200 rivenditori multimarca.
“Avere una nostra rete di negozi permette a M.A.C di essere il marchio di make-up più internazionale al mondo, perché non aspettiamo che un distributore locale ci apra le porte per stabilirci in un Paese. Ad esempio, abbiamo recentemente inaugurato una boutique in Etiopia, e siamo presenti anche in Kenya e Nigeria. Siamo attivi da 15 anni anche in India, dove M.A.C rappresenta il 40% delle vendite complessive di prodotti per il make-up”, spiega Philippe Pinatel.
Questa rete globale permetterebbe al brand, che non comunica il proprio fatturato (ma il dato supererebbe il miliardo di dollari), di realizzare vendite omogenee nel mondo, e di avere particolare successo nei mercati emergenti.
Eppure M.A.C è sempre più sfidato da diverse giovani realtà emergenti del make-up che hanno fatto dell'inclusività la loro base, come l'etichetta Fenty Beauty di Rihanna (gruppo LVMH), per citarne solo una. “Siamo stati un marchio inclusivo sin dall'inizio. Solo per Studio Fixe abbiamo 75 tinte e la nostra presenza globale ci consente di soddisfare le esigenze di tutte le tonalità della pelle. Se manca una sotto-sfumatura, siamo in grado di rispondere rapidamente a tale bisogno. È vero che ogni anno vengono creati tra i 200 e i 300 marchi di make-up, molti dei quali focalizzati sull'inclusività, e siamo lieti di aver partecipato a questo risveglio e di ispirare. Essere sfidati permette anche di ripensarsi e guardare a nuove opportunità”, spiega Philippe Pinatel.
Così, M.A.C ha rafforzato “VivaGlam”, un programma lanciato nel 1994 che ha raccolto 500 milioni di dollari e si concentra sulla lotta all'HIV/AIDS e sul sostegno alle donne, alle ragazze e alla comunità LGBTQIA+.
Dopo essere stato colpito doppiamente dal Covid, come rivenditore e come marchio di make-up, M.A.C è tornato ai livelli pre-pandemia, e (ri)guadagnato quote di mercato da 18 mesi a questa parte.
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