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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
26 apr 2021
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LVMH lancia un sito di rivendita per le sue giacenze e s’impegna per tracciabilità e riciclo

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
26 apr 2021

LVMH lancia “Nona Source”, un originale progetto di economia circolare nel settore della moda di alta gamma. Si tratta di una piattaforma di rivendita online che offre tessuti e pelli dalle scorte in giacenza delle sue case di moda a prezzi competitivi, vale a dire al -70% in media rispetto ai prezzi all’ingrosso, per sostenere i giovani designer. Il progetto è stato sviluppato internamente da esperti nel sourcing di materiali del gruppo del lusso.

La homepage del sito - nona-source.com


L’obiettivo? “Offrire a tutti i professionisti della moda e del design la possibilità acquistare facilmente materiali a cui spesso non si ha accesso, a prezzi competitivi e in stock service”, afferma la piattaforma in un comunicato stampa, specificando che attualmente consegna solo in Europa al fine di promuovere i circuiti corti, visto che le scorte si trovano in Francia.
 
Foto di grande qualità, zoom potenti, video per trasmettere l'esperienza tattile e delle sensazioni, alta fedeltà nei colori… La tecnologia è stata ampiamente utilizzata per presentare i materiali venduti “a rotolo, a pelle o a pannello, a seconda della quantità disponibile, senza tagliare o campionare” su una piattaforma molto leggibile e di facile accesso, che promette consegne entro 3-5 giorni in Francia e fino a 7 giorni in Europa. Al momento sono possibili solo le vendite online, ma presto dovrebbe nascere uno showroom.

L'offerta comprende diverse tipologie di materiali: maglie, jersey, pizzi, fodere e anche pellami di ready-to-wear, con la volontà di ampliare la propria gamma anche ad altri prodotti, come i bottoni. Essa è il risultato di un'attenta selezione da parte degli esperti di moda del colosso del lusso tra gli scarti di magazzino delle maison del gruppo. Logicamente, sono esclusi dall'offerta i motivi esclusivi sviluppati dai vari marchi e i materiali logati.
 
Per esempio, 693 m³ di pelle di agnello vi sono venduti a 34 euro/m³, un pannello di 70 cm x 70 cm di pelle di serpente d'acqua viene offerto a 100 euro al m³, e ancora 2 metri di popeline con motivo Vichy vengono venduti a 14 euro. Per il suo debutto, nona-source.com offre 100.000 metri di 500 tessuti diversi e 1.000 metri di pelle.
 
Questo insolito e-shop è stato avviato da Romain Brabo, esperto di acquisto materiali e produzione prêt-à-porter prima per Givenchy, poi per Kenzo. Scoprendo questi tesori nascosti che riposavano nei magazzini di Givenchy, Brabo ha iniziato a pensare a come riportarli in vita. Riflessione che approfondisce quando si reca da Kenzo con l'esperta in qualità dei materiali e corrispondente ambientale del brand, Marie Falguera. I due lavorano a un progetto che presentano nel 2019 come parte di DARE, un programma di incubazione imprenditoriale istituito da LVMH per promuovere soluzioni innovative.
 
L'idea piace e nel marzo 2020 vengono raggiunti da Anne Prieur du Perray, Project Manager della trasformazione digitale di LVMH, per lavorare a tempo pieno sulla piattaforma, che prende il nome dalla mitologia romana. Nona è una delle tre dee del destino, le Parche, simboli del fato umano e del cambiamento necessario: è lei a filare il filo della vita, Decima lo tesse e Morta lo taglia.
 
Nel frattempo, il numero uno mondiale del lusso si è preso una serie di impegni nell'eco-design e nella tracciabilità dei propri prodotti durante la presentazione della sua nuova roadmap ambientale. Il nuovo programma, chiamato Life 360, descrive le quattro aree principali nelle quali il gruppo transalpino intende progredire da qui al 2030. Un programma che prende le mosse dal precedente Life 2020, avviato nel 2016 e che aveva fissato quattro obiettivi: migliorare le performance ambientali di tutti i prodotti, implementare i migliori standard nelle catene di approvvigionamento, migliorare i principali indicatori di efficienza ambientale per tutti i siti produttivi e ridurre le emissioni di CO2. Impegni che, secondo il gruppo, hanno permesso di aumentare al 40% la percentuale di energie rinnovabili nel proprio mix energetico, di ridurre del 31% i consumi di energia nei suoi negozi o di far arrivare il 74% delle proprie pelli da concerie certificate.
 
Con Life 360, LVMH manifesta un approccio più volontaristico, incentrato su quattro assi: circolarità, tracciabilità, biodiversità e rispetto per il clima. Per quanto riguarda il suo approccio alla circolarità, il gruppo intende non utilizzare più imballaggi in plastica vergine di origine fossile entro il 2026.
 
LVMH punta quindi a realizzare il 100% dei suoi prodotti utilizzando un approccio di eco-design entro il 2030. Prima di allora, nel 2023, intende sviluppare servizi circolari. Per ora l'approccio sembra focalizzarsi maggiormente sul riutilizzo dei materiali nell'offerta delle sue griffe di lusso, anche se il gruppo specifica che nei prossimi anni andrà pure alla ricerca di materiali alternativi.

Hélène Valade,direttore sviluppo ambientale del gruppoLVMH - DR


Il colosso francese si impegna inoltre a dotare, entro il 2030, il 100% delle proprie filiere strategiche con un sistema di tracciabilità. Di fronte alle aspettative di trasparenza dei consumatori, il gruppo, che con Patou in particolare sta testando il QR code che presenta la composizione dell'abbigliamento, intende quindi risalire l'intera catena del valore per garantire la provenienza delle materie prime ai propri clienti. “Le nuove tecnologie, come la blockchain, apriranno nuove prospettive nei prossimi anni”, ha affermato Hélène Valade, direttore sviluppo ambientale del gruppo, in occasione della recente assemblea generale di LVMH.
 
Questa tecnologia dovrebbe anche consentire a LVMH di portare avanti il ​​suo piano strategico dedicato alla biodiversità, che mira a fermare tutti gli approvvigionamenti provenienti da aree minacciate da deforestazione e desertificazione. Il gruppo annuncia inoltre di puntare al “100% di materie prime strategiche certificate secondo gli standard più esigenti in termini di conservazione degli ecosistemi e delle risorse idriche entro il 2026”, puntualizza la Valade. Un orizzonte che può sembrare distante su questo tema, ma il numero uno mondiale del lusso vi lavora già da almeno cinque anni. L'agricoltura rigenerativa sembra essere un nuovo pilastro della politica ambientale del colosso parigino, che annuncia l'obiettivo di “ripristinare entro il 2030 5 milioni di ettari di habitat per flora e fauna”, precisa Hélène Valade.
 
Sulla componente clima, infine, il gruppo annuncia che nei suoi siti produttivi e in oltre 5.000 negozi in tutto il mondo intende passare al 100% di energie rinnovabili e ridurre le proprie emissioni di gas serra del 50% entro il 2026. Per quanto riguarda le emissioni di gas serra legate alla produzione delle materie prime e ai trasporti, che rappresentano la stragrande maggioranza delle emissioni del gruppo, l'obiettivo è quello di ridurre del 55% le emissioni di gas a effetto serra per unità di valore aggiunto (che corrisponde al consumo delle risorse necessarie per la realizzazione di un articolo scelto come rappresentativo delle produzioni dell'azienda) entro il 2030.
 
Secondo il rapporto RSE 2020 del gruppo, la divisione profumi e cosmetici, che ha spedito la maggior parte dei suoi prodotti per via aerea lo scorso anno, ha buoni margini di crescita. Significative le potenzialità anche della divisione moda e pelletteria, le cui emissioni di gas serra generate dai trasporti di materiali e prodotti per via aerea sono significative, e dunque anch’esse suscettibili di notevoli migliorie.

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