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Adnkronos
Pubblicato il
17 dic 2018
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LVMH, acquisizione Belmond segnale ottimismo per comparto lusso secondo gli analisti

Di
Adnkronos
Pubblicato il
17 dic 2018

Un segnale di ottimismo rispetto alle ulteriori potenzialità di crescita del comparto del lusso quello che il colosso francese LVMH lancia con l'acquisizione del gruppo Belmond, in un contesto in cui già si comincia ad assistere a contrazioni, come quella del settore auto, che indicano un ciclo economico ormai in affanno. LVMH ha comperato per 2,6 miliardi di dollari, con una operazione per cash, un attore strategico dell'hôtellerie che è proprietario tra l'altro del Cipriani di Venezia, dello Splendido di Portofino, ma anche del Timeo e del Villa Sant'Andrea di Taormina (solo per citare quelli su suolo italiano).

Bernard Arnault


"LVMH va a differenziare il proprio portafoglio di asset con l'ingresso nel settore degli hotel con una operazione mirata alla differenziazione dei ricavi, sempre rimanendo però nel settore del lusso. Queste sono classiche operazioni strategiche che da un certo punto di vista sono positive perché mostrano come ci siano ancora poli attrattivi, nonostante da qualche mese, se si guarda ai mercati finanziari, si assiste a discese importanti sulle aspettative di cali degli utili e comunque di un ciclo economico che sembra essere ormai in affanno". Lo rileva Vincenzo Longo, market strategist di IG, che fa notare come le difficoltà abbiano "già colpito”, ha detto all'Adnkronos, “il settore auto, mentre il settore del lusso rimane ancora immune e ne risentirà soltanto nel momento in cui si passerà davvero alla fase di contrazione".

L'azienda, dunque, trova valore in questa operazione, "tra l'altro pagando un prezzo che è leggermente sopra i valori attuali. Quindi ha delle ottime prospettive". Non solo. Anche le modalità con le quali si è realizzata l'operazione è strategico: "quando l'azienda paga cash per comperare un'altra azienda, ha delle aspettative di ritorni, è molto ottimista sul successo dell'operazione".

Cosa che non accade invece "quando c'è pagamento in stock, in azioni, concambi, perché in quel caso c'è una ripartizione del rischio, un rischio condiviso, dal momento che vengono concesse le azioni proprie a coloro che vendono l'azienda. In questi casi”, ha evidenziato Longo, “le prospettive non sono così rosee, si vede il rischio". Invece, pagando totalmente cash, LVMH "lancia un segnale chiaramente di ottimismo sul successo dell'operazione in sé e quindi, ai fini strategici, si va integrare con un portafoglio ben strutturato, incentrato su un target specifico che è quello dell'alta fascia, un segmento premium di lusso con prospettive di crescita dei ricavi".

L'operazione mostra come si stia velocemente andando "verso soluzioni integrate in un mondo che sta cambiando. Servizi interconnessi che in questo caso sono, ad esempio grandi hotel di lusso che possono diventare vetrine per i propri prodotti". Per Longo il solo dubbio relativamente al deal è che riguarda il mercato più da vicino: "Se cioè giudica il prezzo corretto o meno. Ma questo lo vedremo solo in Borsa, perché gli operatori fanno dei propri calcoli, hanno in mente aspettative magari sul rallentamento dell'economia che possono essere diverse rispetto a quelle che ha in mente in questo momento l'azienda e, dunque, avremo modo di valutare più nel breve il giudizio degli operatori".

Secondo l'analista c'è ancora spazio per un ulteriore consolidamento del settore che, però, non vedrà protagonista l'Italia, più preda nel lusso che altro. "Svizzeri e francesi sono quelli che stanno cercando di andare ad attaccare questo mercato. È il segnale che l'hôtellerie di lusso è un settore in cui l'attività di M&A resta fervida, ci sono delle buone valutazioni in corso, le prospettive rimangono solide e ancorate, e le aziende fanno dei passi importanti". Invece "l'Italia resta sempre oggetto di acquisto, il classico scaffale da cui si può fare maggiore spesa in questo momento".

In Italia, dunque, eventuali protagonisti di operazioni simili in questo settore "non ce ne sono. Nel lusso da anni siamo continuamente comperati dai francesi soprattutto e dagli svizzeri. Le uniche operazioni che siamo riusciti a realizzare ultimamente riguardano realtà del food & beverage, aziende quotate, e non, ad esempio Campari negli USA, Autogrill, Ferrero. È questo il settore in cui siamo più forti".

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