Lusso: la Russia ritrova la sua attrattività
Buone notizie per il mercato del lusso: la Russia si risveglia! Dopo anni bui, segnati dalle sanzioni dell'Europa relative alla invasione della Crimea, il calo del prezzo del petrolio e il crollo del rublo, le nebbie sembrano diradarsi con l'annunciato ritorno della fiducia dei consumatori, il calo della disoccupazione e la ripresa del settore dell'edilizia abitativa. Un cambiamento che dovrebbe avere effetti positivi per l'industria del lusso, secondo uno studio realizzato da ContactLab ed Exane BNP Paribas.

I consumatori russi hanno notevolmente contribuito alla crescita del comparto del lusso negli anni '90, rappresentando più del 6% delle spese mondiali di beni di lusso. Un contributo che si è drasticamente ridotto nel corso degli ultimi tre anni.
Una ripresa dei consumi da parte dei russi sembra ora concretizzarsi e potrebbe sostenere le prospettive del lusso nel 2017, stimano gli autori dello studio, i quali puntano su una crescita supplementare dello 0,5% sulle vendite totali del lusso e persino dell'1%, nel caso di uno scenario migliore.
Dopo un anno 2015 difficile, le vendite di beni di lusso nel Paese sono aumentate del 5% nel 2016 e ora il mercato è valutato 3,5 miliardi di euro, rappresentando l'1,4% del fatturato del lusso nel mondo. Dettaglio interessante: i consumatori russi del lusso spendono in media il 60% in più rispetto agli altri clienti mondiali.
Tra le griffe che trarrebbero vantaggio per prime da questa ripresa: Brunello Cucinelli, Swatch, Prada, Ulysse Nardin, Breguet, Zenith, Van Cleef & Arpels e Loro Piana, molto presenti in questo mercato. Diverse firme italiane, come Ermenegildo Zegna, Valentino e Dolce & Gabbana, sono attive da molto tempo in Russia. E lo Stivale ha sempre attirato, più degli altri Paesi europei, la ricca clientela russa.

Malgrado questo potenziale di crescita, la maggioranza dei brand non dispone di un'offerta adattata ai bisogni locali. Lo studio analizza in particolare la rilevanza strategica in Russia di 32 marchi in termini di negozi, di immagine e di presenza digitale. Burberry arriva in testa alla classifica, seguita da Balenciaga, Valentino, Armani e Moncler.
Mentre alcuni marchi propongono dei siti specificamente russi, come Tiffany o Fendi, che l'ha appena lanciato, sono in molti, come Valentino, Hermès, Chanel, Prada o Zegna, ad accontentarsi dei loro siti Web internazionali.
Se vogliono attirare le élite russe, i brand devono essere capaci di offire ai consumatori un servizio online impeccabile, che comprenda la loro lingua, valorizzando così questa clientela, conclude il rapporto.
Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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