Lusso: la fase di rallentamento della crescita è passata, secondo Deloitte
In un contesto economico instabile, i giganti del lusso sarebbero riusciti a superare la fase di rallentamento della crescita delle vendite, e gli attori del settore sarebbero riusciti a mantenere invariati i propri margini, secondo uno studio della società di ricerche Deloitte. Come indica il rapporto “Global Powers of Luxury Goods 2018”, che mostra la posizione rafforzata dei leader europei del comparto, le dieci più grandi strutture globali operanti nell’industria del lusso non hanno più il fiato corto come in precedenza.
"Ci sono prove che il 2016 (anno sul quale il rapporto è basato, ndr.) segni per queste società la fine del rallentamento vissuto dai marchi del settore del lusso”, sostiene Deloitte. La Top 10 delle società del lusso (…) contribuisce per quasi la metà alle vendite complessive della Top 100. Le prime tre, LVMH, Estée Lauder e Richemont, mostrano crescite a due cifre ogni anno da cinque anni. La crescita delle vendite è rallentata per la maggioranza delle aziende, in parte a causa del confronto con gli alti tassi di crescita stimolati dai tassi di cambio, ma anche in ragione del difficile ambiente per l’economia e della debole domanda di beni di lusso da parte dei consumatori”.
Nell’esercizio 2016 (che in realtà arriva fino a giugno 2017 per gli esercizi sfalsati), le società della Top 100 hanno generato vendite di prodotti di lusso per 217 miliardi di dollari, per una crescita molto leggera, dell’1%, contro il 5,8% registrato l’anno precedente a cambi comparabili. Sull’insieme del panel, 57 aziende hanno comunque incrementato le vendite, e 22 di esse hanno addirittura registrato una crescita in double digit. Al contrario, dieci società hanno sperimentato cali delle vendite a due cifre nell’esercizio preso in considerazione dallo studio, due delle quali fanno parte della Top 10: Swatch Group e Ralph Lauren.
“Tuttavia, l’esercizio 2016 sembra aver raggiunto il punto culminante del declino della crescita delle vendite di prodotti di lusso per la maggior parte delle società”, afferma Deloitte. “Le prime cifre raccolte per l'esercizio 2017 mostrano in effetti un miglioramento delle performance”.
Deloitte ha in particolare notato una certa solidità dei margini dei gruppi di lusso, che nella Top 100 hanno mostrato solamente un "leggero calo". Così, tra le 80 società presenti nella classifica che rivelano le loro percentuali di margini, l’utile medio è sceso solo dello 0,7%, collocandosi all’8,8%. Più della metà delle aziende hanno migliorato i propri utili netti rispetto all’anno precedente. Delle 19 aziende che esibiscono margini di profitto a due cifre, 9 sono presenti nella Top 20. Undici società hanno registrato perdite, contro le nove di un anno prima.
“Solo cinque aziende hanno registrato sia una crescita delle vendite a due cifre di prodtti di lusso che un margine di profitto netto in doppia cifra, contro le otto nel rapporto dell’anno scorso”, ha riscontrato Deloitte. Pandora e Moncler sono le più performanti: queste due società hanno registrato una crescita in doppia cifra e dei margini positivi in tutti gli esercizi dal 2014 al 2016. Le aziende britanniche di moda Burberry e Barbour, oltre a Kate Spade (prima della sua acquisizione da parte di Coach), sono state le altre grandi vincitrici del 2016”.
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