16 set 2014
Lusso, il digitale trainerà circa il 40% della crescita del mercato entro il 2020
16 set 2014
ContactLab ha presentato "The Digital Frontier: Ready? Steady! Go!", un nuovo approfondimento che fotografa lo stato dell’arte di 30 top player della moda di alta gamma per mettere in evidenza il ruolo del digitale come strumento di comunicazione e di vendita e il suo impatto sul fatturato globale.
Nel 2014, per i marchi del lusso, il 10% delle vendite è già direttamente collegato alla loro strategia digitale e questa percentuale è in continua crescita; i dati dell’analisi suggeriscono che man mano che lo spazio ‘fisico’ per creare nuovi negozi diminuisce, il digitale diventa sempre più il fattore chiave determinante per la crescita dei fatturati. Si stima che entro il 2020 circa il 40% della crescita del mercato del lusso proverrà dall’online, assumendo che il mercato del lusso cresca annualmente del 5-6% e stimando una crescita del 20/30% nel canale e-commerce.
Dall'analisi risulta che i consumatori iscritti a programmi di fidelizzazione via email spendono in negozio di più rispetto agli utenti che non sono esposti ad azioni di digital direct marketing da parte del brand; lo stesso trend si registra in tutto il mondo, ma è in particolare in UK che l’utente digitalizzato dà prova della sua tendenza a spendere significativamente di più per i propri acquisti. Il fatturato generato dagli utenti che hanno rilasciato al brand il proprio indirizzo email rappresenta il 20% del fatturato totale dei punti vendita monomarca; il dato è in crescita dal 2011 e ci si aspetta una crescita costante di anno in anno.
L’e-commerce dei monomarca dei brand europei dal canto suo sembra aver raggiunto negli USA una situazione di stallo: nel 2014 c’è stata infatti una lieve crescita (ad eccezione delle scarpe) della percentuale di ricavi generata dalle vendite online sul totale delle vendite su entrambi i canali (e-commerce + in-store). Il dato contrasta con la crescita che invece hanno avuto i grandi magazzini multimarca, che generano online più del 15% dei propri ricavi grazie all’ampiezza della gamma di prodotti venduti online e all’attenzione ai servizi offerti alla clientela.
In Europa la crescita è costante, ma più bassa, al 3%, eccetto in UK dove è largamente al di sopra della media, con un 8% di ricavi generati dall’e-commerce monomarca. Tra le categorie che spingono di più gli e-store monomarca ci sono i prodotti di alta gamma per i bambini, la gioielleria (categorie di prodotti spesso legati al ‘gifting’) e le scarpe sia per uomo che per donna.
“Gli attori del mercato dei beni di lusso non avranno altra scelta se non quella di ‘abbracciare’ il canale digitale. Il mercato globale dei beni di lusso sta crescendo più lentamente rispetto al recente passato, mentre le vendite online crescono del 25-30% di anno in anno. L'online per il lusso è un'opportunità troppo importante per non essere cavalcata. Ci aspettiamo un’accelerazione nel numero di brand che offriranno online i loro prodotti e sfrutteranno le preziose sinergie tra l’online e l’offline. La 'Digital Competitive Map' ci consente di monitorare questa accelerazione e di misurare il comportamento dei brand del lusso che si cimenteranno in questa gara. Oggi presentiamo i primi risultati di questa analisi a 360° - spiega Luca Solca, Managing Director Sector Head Global Luxury Goods di Exane BNP Paribas.
"Burberry e Zegna staccano gli altri brand vincendo la competizione sull’uso del digitale come strumento di fidelizzazione e vendita. Louis Vuitton ha rilanciato poche settimane fa la propria offerta digitale, migliorandola sensibilmente. Al contrario, altri brand LVMH come Céline e Fendi soffrono del fatto che non hanno ancora un canale e-commerce. Armani, Balenciaga, Coach e Cartier sono i maggiori ‘follower’ tanto nella penetrazione dell’e-commerce quanto nella Digital Customer Experience. I brand italiani supportati da Yoox sono da un lato cresciuti sul piano dell’e-commerce, ma risultano ancora indietro negli aspetti legati alla personalizzazione dell’esperienza di acquisto. Gucci e Tiffany, pur raggiungendo i punteggi più alti per quanto riguarda la digital customer experience proficiency, sono penalizzati all’interno della mappa dal confronto con quei brand che coprono già il mercato cinese con il loro e-commerce. Gli altri brand francesi e quelli italiani non supportati da Yoox sono in genere in ritardo”, conclude il manager.
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