Gianluca Bolelli
28 giu 2016
Lucio Vanotti ha confermato il suo talento al Pitti Uomo
Gianluca Bolelli
28 giu 2016
Lucio Vanotti si distingue come una delle stelle nascenti nel firmamento del Made in Italy. Lo stilista italiano 41enne ha offerto a Firenze una bella lezione di eleganza.
Figurando tra gli invitati speciali del Pitti Uomo, Vanotti non ha deluso il pubblico, con una sfilata raffinata che ha presentato le sue linee Uomo e Donna unite da una sottile venatura Unisex, sempre nello stile “rigoroso casual” che lo caratterizza.
Tutto è giocato sui volumi e la fluidità, con una collezione fatta di vestiti privi di limitazioni o vincoli, con corde e lacci al posto dei bottoni, naturalmente eleganti, dove in questa stagione si intromette il colore. Non “flashy”, ma piuttosto “dusty” (blu gallico, rosso, verde salvia, rosa antico), dalla polverosità ispirata ai dipinti di Masaccio.
Lunghi abiti in cotone bianco con maxi tasche si alternano a lunghe camicie svasate e gessate indossate su un denim délavé molto leggero raccolto in vita con una trench impalpabile. Il giubbotto “Teddy” in nylon bianco si allunga, avvolgendo i glutei. Le giacche ricordano nella forma i kimono.
“Ho scelto tessuti come la viscosa, l’acetato e il cotone per creare un volume senza peso. L’idea è di togliere il superfluo per conferire un massimo di libertà al movimento”, spiega lo stilista, che stupisce per i tagli inediti.
La giacca da banchiere si rivela essere un mantello, mentre i pullover si aprono sotto le ascelle, permettendo alle braccia di uscire dalle maniche con la stagione calda. Gli abiti-pigiama a righe sono molti eleganti, sia in versione da Donna che da Uomo.
Dopo la sua prima sfilata lo scorso gennaio a Milano, invitato nel teatro di Giorgio Armani, Lucio Vanotti ha acquisito maggiore visibilità e ha ottenuto questo nuovo invito, stavolta al Pitti Uomo, che l'ha anche preso sotto la sua ala consentendogli di utilizzare il servizio di accompagnamento della sua divisione di tutoraggio.
Il suo marchio, lanciato nel 2012, è passato da 50 a 70 clienti multimarca in una stagione.
“Se sfili, hai più visibilità. Ciò permette anche di dare un'immagine completa del proprio universo. Ma fare quattro sfilate all'anno è impossibile, perché troppo costoso e inutile”, sostiene il designer, che intende continuare a presentare, come al Pitti, l’Uomo e la Donna insieme.
Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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