Louis Vuitton vuole un design sempre più lussuoso, Dolce & Gabbana punta sui giovani
Per questa edizione 2023 della Design Week, Dolce & Gabbana ha lanciato un generoso progetto che mette in luce la creatività giovane. Si chiama “GenD”, nel senso di Generation Design, e si propone di sostenere i giovani talenti creativi nel campo del design e dell'arredamento. Sotto l'egida della curatrice Federica Sala, il brand ha selezionato dieci designer provenienti da tutto il mondo e ha dato loro carta bianca per creare oggetti di design che mettessero in mostra il know-how dei propri artigiani.

Risultato: nove creazioni originali che comunque creano un percorso coerente tra loro. Il progetto è pervaso da uno spirito mediterraneo colorato e gioioso e da un'altissima qualità realizzativa. Dalle ceramiche dai colori accesi e dalle forme esuberanti della sudcoreana di base in Germania Ahryun Lee, alla serra per orangerie con vasi barocchi in terracotta del calabrese Antonio Aricò, al vaso-lampada di Bradley Bowers, originario di New Orleans, fino all'enorme lampadario dell'americano Chris Wolston, che vive e lavora a Medellin, in Colombia.
A questi oggetti si aggiungono i vasi dalle forme animali in vetro di Murano della veneziana Lucia Massari, residente a Londra, il mobile del giapponese Rio Kobayashi, che ha trascorso parte della sua infanzia in Austria, la tenda di perline di legno della siciliana Sara Ricciardi, la scultura del duo libanese Sayar & Garibeh e, infine, il tappeto e i mobili del francese Malacou Lefebvre.
Originario di Lione, il trentenne ha abbandonato la propria carriera nella finanza quattro anni fa per dedicarsi alla creazione manuale. Ha aperto il suo “Atelier Malak” a Vaulx-en-Velin nell'ex fabbrica dismessa di Rhône-Poulenc. “Sono totalmente autodidatta. Ho iniziato realizzando mobili in acciaio. Lavoro direttamente con il materiale, a mano. Per questo progetto, sono partito dall'idea dell'albero delle chiacchiere creando poi un albero-piramide, dove depositare oggetti devozionali, uno sgabello e un tavolino, oltre a un tappeto in pelle che ricrea l'idea del muschio in cui si sprofonda”, ci racconta con entusiasmo.
Per realizzare i suoi mobili, derivanti da una schiuma ottenuta con la fiamma ossidrica con spruzzate di zinco fuso, ha lavorato con un falegname di Venezia, fornitore di Dolce & Gabbana. Negli altri piani, la griffe ha svelato le nuove collezioni delle sue linee di accessori e complementi d'arredo lanciate lo scorso anno, tra cui un'imponente serie di stoviglie, oggettistica e mobili interamente in oro.

Sul vivacissimo Corso Venezia, l'installazione di Louis Vuitton, sempre molto attesa durante il Salone del Mobile, non delude. La maison di lusso ha preso dimora a Palazzo Serbelloni presentando, in un susseguirsi di sontuose stanze e salotti, 60 mobili e “Objets Nomades”, la collezione di oggetti ispirati al viaggio che ha lanciato nel 2012 in collaborazione con i migliori designer. Con, nel menù, 11 nuove creazioni, firmate dal laboratorio oï e da Raw Edges, Atelier Biagetti, Marcel Wanders, Zanellato/Bortotto, Campana e lo studio Louis Vuitton.
Alcuni anni fa, questi oggetti sono stati messi in mostra attraverso installazioni dedicate, spesso poetiche e sorprendenti. In dieci anni, la collezione si è ampliata così tanto che ora è presentata attraverso varie scenografie che riuniscono oggetti di tutti i designer per creare universi differenti. Quest'anno domina il bianco, con qualche incursione di rosso, mentre l'emblematico baule di Louis Vuitton entra nell’allestimento qua e là come tavolino.
Il celebre baule da viaggio è infatti oggetto di un progetto speciale: il “Cabinet de Curiosités”, ideato dal designer australiano Marc Newson, che trasforma il bagaglio in una sorta di mobile-vetrina, dove esporre i suoi oggetti più preziosi, ma anche libri, opere d'arte o altri souvenir di viaggio, come una galleria-libreria personale. Composto da 19 cubi metallici rivestiti in pelle, 8 dei quali dotati di sportelli e scomparti segreti per accogliere oggetti di valore, questo particolarissimo baule è stato prodotto in soli 40 esemplari.
Ma le sorprese non finiscono qui. Come ad ogni edizione del Salone del Mobile, Louis Vuitton espone anche nel cortile di Palazzo Serbelloni, mostrandovi una nuova architettura nomade: una struttura metallica organica che comunica leggerezza progettata dall'architetto francese Marc Fornes, stabilitosi a New York. Costruita con più di 1.600 lastre di alluminio anodizzato, alcune delle quali spesse 1 millimetro, la struttura sembra emergere dalla terra come un corpo vivente che si dispiega in un groviglio di sfere traforate.
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