Louis Vuitton svela i suoi “Objets Nomades” al Salone del Mobile
Sempre molto attesa, l’installazione ideata da Louis Vuitton a Milano durante il Salone del Mobile non ha deluso. La firma francese dell’universo del lusso quest’anno si è assicurata lo storico Palazzo Serbelloni, su Corso Venezia, edificio in cui ha presentato, in un susseguirsi di stanze riccamente decorate e di sontuosi saloni, una selezione di 45 “Objets Nomades”, la collezione di aritcoli ispirati al viaggio che ha lanciato nel 2012 in collaborazione con vari grandi designer. In programma quest’anno ben dieci nuove creazioni.

Per l’edizione 2019, che ha preso il via lunedì 8 aprile, sono stati invitati ad entrare a far parte del progetto due nuovi studi di design: l’Atelier Biagetti di Milano e il duo italiano Zanellato/Bortotto.
Il primo ha realizzato “Anemona”, un tavolo da pranzo con una base ondulata impreziosita da una pelle naturale e sormontato da un vassoio di vetro. Il secondo ha immaginato un paravento a tre ante chiamato “Mandala”, realizzato in un cuoio finemente intrecciato e colorato ispirato all'arte nomade.

La collezione, che vuole essere in perpetua evoluzione, si arricchisce poi di alcune nuove opere ideate dalle stelle del design già coinvolte nel progetto “Objets Nomades”.
Da segnalare, fra le diverse creazioni, la nuova poltrona cocoon “Bulbo”dei fratelli Campana, che assume l'aspetto di un fiore tropicale, costruita a partire da una sovrapposizione di petali in un morbido tessuto rivestito in pelle. O ancora le poetiche lampade “Venezia” firmate Marcel Wanders, ispirate alle tradizionali lanterne veneziane, composte da un cuore in vetro di Murano soffiato a mano su cui sono avvolte delle strisce di pelle rossa.
Ma la visita non si ferma qui! Il cortile accoglie una struttura modulare realizzata con tubi di cartone riciclato realizzata dall’architetto giapponese Shigeru Ban. Originariamente concepita come un ufficio temporaneo, la “Temporary Paper Structure”era stata installata sul tetto del Centre Pompidou di Parigi nel 2004.

Si tratta dell’ultima opera di architettura nomade svelata da Louis Vuitton dopo le realizzazioni di Georges Candilis lo scorso anno, Matti Suuronen nel 2017 e Charlotte Perriand nel 2015.
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