Louis Vuitton: lusso urbano sofisticato al Musée d'Orsay
Come sopravvivere con stile nella giungla urbana è stata l'immagine dominante dell'ultima collezione di Nicolas Ghesquière per Louis Vuitton, svelata lunedì all’ora di pranzo a Parigi.

La sfilata è stata presentata nella grandiosità di una serie di sale dorate all'interno del Musée d'Orsay, con la colonna sonora del pre-show che era il rumore generato dal traffico in un'ora di punta frenetica e da folle impazzite. Il che aveva un doppio senso, dato che il luogo è stato una vera e propria stazione ferroviaria per 40 anni prima di diventare un museo d’arte essenzialmente francese nel 1986.
Anche il cast di Ghesquière sembrava impegnato, dato che sfilava rapidamente verso una destinazione sconosciuta aggirandosi per i salotti occidentali delle Belle Arti. Nel caso in cui non aveste capito l'idea, la passerella era una versione tutta nera di una strada di Parigi un po’ sconnessa.
Enormi altoparlanti meccanici e pannelli sonori ruotavano durante il défilé, tutti di colore nero. Ancora una volta, l'artista Philippe Parreno e lo scenografo James Chinlund hanno ideato il set. Mentre la bizzarra colonna sonora – dalle sirene della Polizia a un'orchestra stonata che ricordava Stockhausen sulla Senna – era basata su illusioni sonore ideate da Nicolas Becker.
Il set si è anche rivelato utile dopo lo show, quando decine di clienti VVIP di Vuitton hanno iniziato a posare per le foto sotto le strutture tecnologiche, vestiti in tutto i loro migliori outfit LV. Ironia della sorte, cercando di assomigliare il più possibile agli influencer a cui vengono regalati gli stessi vestiti.

La collezione ha segnato un cambiamento importante da parte di Nicolas. A cominciare dalla sua tavolozza scura, che contrasta fortemente con l'oro e l'argento indossati da decine di influencer, che si sono divertiti moltissimo a fotografarsi prima della sfilata e a postare su Instagram. Avevano un sacco di tempo. Anche dopo che una voce alta dall'impianto audio ha implorato le signore e i signori di prendere posto, mentre lo show stava per iniziare, sono infatti trascorsi altri 10 minuti prima che comparisse una modella.
Poi c'è stata una svolta diametrale nell'umore generale. Sono finiti gli esperimenti nell’active sportswear e tecnologico visti in così tanti show di Ghesquière per Vuitton, e sono arrivate tante fibre e tessuti naturali, anche se Nicolas ha tagliato gli abiti per suggerire slancio e dinamismo.
Lo stilista ha stupito con un trio di eccellenti abiti décolleté in lana bouclé, stretti in vita e imbottiti per sedersi comodi, confezionati per stare leggermente fuori dal busto. Ha avvolto giganteschi colletti pieghettati intorno al collo; ha posizionato le placchette delle camicie da smoking fuori dai gilet e ha irrigidito un abito da cocktail gessato in modo che pendesse come un quadrato perfetto intorno alle ginocchia. In breve, questa è stata una master class di sartoria innovativa e pionieristica.
E anche di sartoria dinamica: dai tailleur da idolo del matinée con pantaloni a gamba larga e giacche doppiopetto ai memorabili completi da mod in pelle matelassé color grigio portaerei.
Insieme ai vestiti c'era una grande serie di borse: da una mini borsa in stile villa del periodo haussmanniano a una bag imbottita dall'aspetto meraviglioso in tutto, dalla pelle brunita ai colori rosso, bianco e blu. Per questo motivo, l’accessorio sembrava proprio una celebrazione della Francia, in uno show la cui nota del programma iniziava chiedendo “Cos'è lo stile francese?”.

Per poi rispondere: “Un ineffabile magnetismo che ancora incuriosisce il mondo; anche questo è paradossale: raffinatezza con aria da dilettante. L'allure francese è un trompe l'oeil. Il tocco francese non sembra mai affascinare”.
L'evento ha segnato anche il debutto nella moda femminile del neo-nominato CEO Pietro Beccari, arrivato a LV da Dior. All'ingresso, la domanda da un milione di dollari sulla bocca di tutti era se una delle prime decisioni di Beccari sarebbe stata quella di sostituire Ghesquière? Il designer è lì da nove anni e mezzo - un regno lungo, sotto ogni punto di vista.
Bene, la collezione si è rivelata la migliore realizzata da Ghesquière per Vuitton da un buon quinquennio a questa parte. Quindi, penso che ancora per un'altra stagione il designer possa mettere da parte i moduli per richiedere il TFR.
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