Pubblicato il
16 dic 2010
16 dic 2010
Louis Vuitton atterra in aeroporto a Seul
Pubblicato il
16 dic 2010
16 dic 2010
Il colosso del lusso LVMH ha concluso con il gruppo Shilla Duty Free, filiale della società Hôtel Shilla, entrambe imparentate con Samsung, un accordo per l'apertura della prima boutique Louis Vuitton della storia ad essere collocata in un aeroporto, quello di Incheon in Corea del Sud.
La "Airstar Avenue" dell'Aeroporto Internazionale di Inchéon, in Corea del sud |
Fino ad oggi assente dagli aeroporti, il brand locomotiva del gruppo LVMH avrà quindi il suo primo spazio nei padiglioni detassati dell'aeroporto internazionale di Seul nella seconda metà del 2011. Un accordo senza precedenti per il marchio, che fa seguito, secondo le indiscrezioni, alla "passeggiata" compiuta da Bernard Arnault sulla Airstar Avenue, la galleria commerciale dell'aeroporto Incheon.
In un comunicato, il gruppo Shilla ha definito quest'accordo "un risultato eccezionale". Paradossalmente, il marchio aveva sempre rifiutato di aprire un punto vendita in un aeroporto, quale ne fosse la collocazione e la dimensione del traffico movimentato. E nel momento in cui i gruppi di Asia-Pacifico, soprattutto coreani (Lotte e Shilla principalmente) fanno a gara per raccogliere i frutti di una clientela cinese in pieno delirio da acquisti forsennati, quest'inaugurazione in uno spazio duty free potrebbe presto fare nuovi proseliti.
L'aeroporto di Seul gestisce attualmente circa 5.500 voli, che fanno servizio diretto in 35 città della Cina. Contro ogni previsione, il PDG dell'aeroporto di Incheon, C.W. Lee fa molto affidamento su questa novità proprio per far crescere il numero di voli con la Cina, sperando che quest'inaugurazione possa perfino farne "un aeroporto centrale per il Nord-Est asiatico. Incheon dovrebbe guadagnare un vantaggio concorrenziale nella sua sfida con Hong-Kong, Singapore ed il Giappone nello sforzo per attirare sempre più turisti cinesi e passeggeri in transito".
Un traffico di dimensioni più che seducenti per Louis Vuitton. In effetti, con 29 boutique nel Paese, di cui 8 in duty-free, la Corea del Sud ha già generato un giro d'affari di quasi 179 milioni di euro nel 2009 (fonte “Korea daily”). Dei risultati in gran parte sostenuti proprio dal turismo cinese.
Di Emilie-Alice Fabrizi (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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