Gianluca Bolelli
1 ago 2016
Lotta Volkova: “Vetements è un prodotto ben fatto e desiderabile”
Gianluca Bolelli
1 ago 2016
C'è il tocco di Lotta Volkova dietro ai marchi più cool del momento, da Vetements a Balenciaga, per i quali opera come fashion stylist e consulente, lavorando in stretta collaborazione con il direttore artistico Demna Gvasalia. Senza dimenticare la label russa di Gosha Rubchinskiy e anche il nuovo marchio newyorchese Sies Marjan, lanciato l'inverno scorso da Sander Lak.
Dietro le quinte di tutte le sfilate del momento (e talvolta persino sulle passerelle!) l'inarrestabile trentenne originaria di Vladivostok, cresciuta nella Russia post-sovietica, è diventata un'icona del mondo fashion. Quest'anno faceva parte dei membri della giuria del concorso per giovani stilisti ITS di Trieste, al fianco di Demna Gvasalia. L’occasione giusta per raccontarsi a FashionMag…
FashionMag: Com'è arrivata nel mondo della moda?
Lotta Volkova: Ho sempre amato i vestiti. A 17 anni, ho lasciato la Russia per andare a Londra, studiare l'arte, la fotografia e la moda alla scuola Central Saint Martins. A 19 anni ho creato un marchio di abbigliamento e accessori per uomo, Lotta Skeletrix, che ha avuto un certo successo. Lavoravo nella mia cucina con degli amici. E' stato divertente e facile. Poi ho deciso di trasferirmi a Parigi nel 2007, e là tutto è diventato più complicato, d'improvviso mi sono fermata e ho cominciato ad occuparmi di styling.
FM: Oggi cosa fa?
LV: Sono da 8 anni stilista di moda e consulente per vari brand. Mi occupo del casting delle sfilate, delle collezioni. Lavoro anche come Fashion Editor per diverse riviste.
FM: Lei lavora soprattutto per Vetements. Come ha incontrato Demna Gvasalia, il fondatore e designer del brand?
LV: Siamo stati presentati da alcuni amici. Un giorno, mi mostra le foto della sua collezione. Trovavo i suoi vestiti super, ma non lo styling. Così, Demna mi chiede di occuparmi della cosa. Lavoriamo insieme dal 2015. Sono consulente del brand, mi occupo delle collezioni e delle sfilate, dal casting alla supervisione dello stile.
FM: Come spiega il successo di Vetements?
LV: Ci piace davvero molto quello che facciamo! Eravamo frustrati di dover lavorare seguendo i codici imposti dal fashion system. Abbiamo deciso di fare dei vestiti prima di tutto divertendoci, per noi stessi e per i nostri amici. Vetements è innanzitutto un punto di vista, un atteggiamento, e poi, anche e soprattutto, è un prodotto ben fatto e desiderabile. Vi si citano diverse sottoculture musicali, che reinterpretiamo a modo nostro.
FM: Lei lavora anche per Balenciaga insieme a Demna Gvasalia, che ne è il nuovo direttore artistico. Com'è?
LV: Per me è ancora più cool, perché abbiamo delle risorse e un budget che non avevamo mai avuto prima! E poi abbiamo la fortuna di lavorare con persone che hanno conosciuto Cristobal Balenciaga. E' molto interessante.
FM: Il nuovo Balenciaga somiglia molto a Vetements…
LV: E' normale, poiché sono le stesse persone che realizzano le due collezioni! Ma a guardare da più vicino, sono molto diverse. Vetements è più streetwear, mentre Balenciaga è una casa di moda sartoriale. E' più chic e sofisticata, con un lato più elegante. Le due griffe parlano a mondi differenti, a diversi tipi di donne, ma l'approccio è lo stesso nella tecnica e nel modo di lavorare. I valori sono i medesimi.
FM: Come è stata accolta la prima collezione di Balenciaga?
LV: La prima collezione ha avuto un grande successo, con un incremento delle vendite del 25% rispetto alla stagione precedente. L'accoglienza è stata molto buona anche per la cruise collection. Si tratta di vestiti facili da indossare. E' cool e diversa, e allo stesso tempo è una linea pratica. Sono veri e propri vestiti per la vita quotidiana, che sono stati rielaborati e reinterpretati. Il primo look del défilé maschile, per esempio, era un cappotto che Cristobal Balenciaga aveva realizzato per se stesso, ma senza terminarlo. Demna ne ha proposto una reinterpretazione contemporanea. L’idea è di reinterpretare lo spirito di Cristobal, più che di copiare gli archivi.
Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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