London Fashion Week: Craig Green, concettualismo sciamanico e freschezza dark per il finalista del ‘Premio LVMH’
Concettuale ma anche molto cool, Craig Green ha presentato alla London Fashion Week Men’s la collezione più impegnativa della manifestazione lunedì mattina, anche se è molto difficile capire dove esattamente poter indossare molti dei suoi stravaganti abiti nomadi.
Un défilé “sciamanico, paradisiaco, ma scuro, molto dark”, sorrideva Green nel backstage, dopo un finale che presentava immense tuniche in cotone a doppio strato, multi-cucite insieme come nella corsetteria del XVIII secolo – realizzate con stampe floreali astratte. Vestiti ideali per l’inaugurazione di una galleria d’arte, anche se forse non per una giornata di lavoro in ufficio.
Green sarà sempre noto come il finalista d’avanguardia del ‘Premio LVMH’. Ma è anche un grande artista concettuale. Ecco perché ha aperto il suo show con aquiloni in legno appesi verticalmente davanti ai busti dei modelli; così grandi che coprivano le loro facce. Lo stilista le ha chiamate “pale d’altare deambulanti”.
Poi ha preso dei top in microfibra e li ha sprimacciati e attorcigliati fino a renderli appuntiti, con fissaggi interni a stringhe per dar loro forme organiche. Il tutto messo in scena in una grande cantina di mattoni sotto un gigantesco ponte ferroviario di ferro con una fantastica colonna sonora di musica classica realizzata dal DJ francese Frederic Sanchez.
Anche se il punto forte della sfilata è stato il finale fatto di grossi poncho e mantelle in colori astratti desertici, che saranno esaminate e copiate dalle catene che hanno i negozi sulle strade più famose di tutto il mondo. Un’altra ragione per venire a vedere le presentazioni delle collezioni di abbigliamento maschile di Londra. I giovani designer qui hanno aziende piccole, ma esercitano una reale influenza globale.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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