Lo chic tropicale trasgressivo di Dolce & Gabbana
Modalità militare con un tocco tropicale trasgressivo da Dolce & Gabbana, nella sfilata accattivante e sensuale allestitita dai due stilisti italiani in un soleggiato sabato pomeriggio milanese.

Si è visto abbastanza kaki per allestire una spedizione britannica lungo la frontiera delle Indie Occidentali, oppure un remake de I predatori dell’Arca perduta sul Nilo, anche se amorevolmente abbinato a un sacco di stampati ad imitazione dei velli dei felini e a tessuti femminili.
Betty Grable e una serie di ragazze pin-up della seconda guerra mondiale erano cucite su un terzo degli outfit di questo show caotico e un po’ troppo lungo. Queste ragazze birichine hanno sovvertito in modo impertinente l'atmosfera da reggimento del défilé; poste su emblemi, medaglioni od onoreficenze, su camicie da caporali o giacche di maglia. Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno persino aggiunto i tipici innamoratini della guerra su scarpe a punta o stivaletti Chelsea.
Talvolta faceva capolino una sensibilità nello stile del film Cacciatore bianco, cuore nero, con giacche da safari abbinate a camicie con stampa ghepardata e calzini abbinati. Per un'elegante cena sul veldt sudafricano, una giacca di pelle di serpente indossata con un foulard. Per un cocktail nella foresta di Tijuca all'interno della villa di Oscar Niemeyer, alcune fantastiche stampe fantasia di pappagalli. Tutto mostrato su una gigantesca passerella in stile pelle di leopardo posta davanti a un’immensa scenografia che sembrava presa direttamente da una serra tropicale.

Trascinato da una colonna sonora di ruggente techno africana con Jambo, pezzo di Takagi & Ketra, Omi & Giusy Ferreri, lo show è stato davvero bello, ricco di pepe, umorismo e un finale sportivo.
Alcuni modelli atleti– di calcio, pallacanestro o baseball – indossavano tutti le maglie di una finta squadra chiamata “Tropical Rangers”. Tranne che erano tutte realizzate nel pizzo dei confetti. In una parola, eroi dello sport transgender e osé, per una moda che commenta i nostri tempi.
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