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12 lug 2013
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Levi Strauss: bel miglioramento dei margini

Pubblicato il
12 lug 2013

Un incremento del 264% dell'utile netto rispetto all'anno scorso. Questo è certamente l'elemento più caratterizzante del secondo trimestre di Levi Strauss, chiuso il 26 maggio. Il gruppo americano ha raccolto quasi 37 milioni di euro, contro i quasi 10 milioni ottenuti un anno prima.

Un modello Levi's Made and Crafted autunno-inverno 2012-13



Con un fatturato che è cresciuto del 5% nel periodo, per raggiungere gli 843 milioni (1.099 milioni di dollari USA), in particolare grazie a un +10% nella zona Americhe, è soprattutto a livello di margini che il brand è migliorato in modo particolare. Il suo margine lordo è passato dal 46 al 50%. Questo miglioramento è dovuto, secondo il gruppo, ad alcuni prodotti per i quali il cotone utilizzato era a un prezzo inferiore a quello dell'anno precedente, ma anche al ritiro del marchio Denizen dal mercato asiatico e alle buone performance dei propri negozi. L'utile operativo è invece passato da 35 a quasi 77 milioni di euro.

“Siamo davvero incoraggiati e motivati dai progressi di questo secondo trimestre. I risultati riflettono in parte la scelta fondamentale che abbiamo fatto l'anno scorso di concentrarci sul nostro core business più redditizio, di estendere selettivamente la distribuzione al di là delle nostre caratteristiche essenziali e di diventare un dettagliante di classe mondiale”, ha dichiarato Chip Bergh, CEO del gruppo. “Chiaramente, abbiamo ancora del lavoro da fare. Affineremo ulteriormente il nostro focus su Levi’s e Dockers realizzando prodotti convincenti e varie innovazioni. Il tutto investendo nella costruzione dell'immagine di marca e nel miglioramento dell'esperienza cliente, che sia nei nostri negozi o con i nostri partner nella vendita al dettaglio".

La strategia di Levi Strauss sembra in effetti dare i suoi frutti. Le vendite sono state trainate verso l'alto dalla zona Americhe (+10%, a 511 milioni), mentre hanno ristagnato in Europa (194 milioni), colpite dal declino delle attività di vendita all'ingrosso, e sono calate in Asia-Pacifico (-4%, a 130 milioni), in parte a causa dell'abbandono di Denizen. In compenso, il gruppo ha reso nota una progressione dell'utile operativo in tutte queste regioni.

Olivier Guyot (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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