Ansa
30 mar 2020
Les Copains fiduciosa per i segnali positivi dall'Asia
Ansa
30 mar 2020
"Puntiamo a non modificare le scadenze future, mai come in questo momento chi non riparte è perduto, pur con tutte le difficoltà vogliamo trovarci pronti a riprendere dopo questa bufera: del resto i segnali che arrivano dall'Asia, che ne sta uscendo ora, sono incoraggianti e positivi". Lo ha detto Rodolfo Zambelli, CEO di Les Copains, brand bolognese del Made in Italy, a proposito di progetti e strategie che il settore del fashion sta mettendo in campo per superare le conseguenze del fermo provocato dall'emergenza sanitaria.
"La prima questione da affrontare è il completamento della collezione primavera/estate del 2021 che deve essere presentata tra qualche mese”, ha spiegato il CEO, “ed è qui che si gioca la grande sfida, soprattutto per gli stilisti che si sono dovuti adeguare a scegliere tessuti, materiali, in video o su foto, ma tutti abbiamo dovuto adattarci a questa situazione".
Complicati i tempi anche a causa delle aziende chiuse che non consegnano i materiali e i fornitori bloccati, il brand (nato 60 anni fa, proprietà da ottobre scorso della newco Super Srl del famiglia Zambelli, 72 dipendenti) confida di recuperare in fretta le settimane perdute.
"Poi c'è il problema dell'invenduto nei negozi italiani delle collezioni attuali che avevamo consegnato prima delle chiusure”, ha spiegato. “In tanti ci stanno chiedendo un pagamento dilazionato ed è normale, ci preoccupa un po' di più la disdetta degli ordini per il prossimo autunno inverno". Segnale che molti temono di non riuscire a riaprire.
"Noi siamo fiduciosi anche perché vediamo cosa sta accadendo in Asia”, ha aggiunto, “i nostri agenti sul posto hanno confermato tutti gli ordini fatti per il futuro, anzi cominciano a chiederci i tempi di consegna". Non solo. Per andare incontro ai paesi asiatici, frettolosi di tornare alla normalità, Les Copains sta preparando una capsule di 30/40 pezzi della collezione P/E 2021 in anticipo.
Intanto, la società ha voluto mettere a disposizione impianti e risorse per l'emergenza, producendo mascherine filtranti nello stabilimento di Bologna distribuite, al prezzo di costo, ad altre aziende del territorio emiliano che continuano la propria attività perché di prima necessità, come alimentari e farmacie.
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