Di
Adnkronos
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Pubblicato il
30 ago 2009
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Le 'tropeziennes' mettono in marcia le divine, da Colette alla Moss, l'eterno mito dei sandali gladiatore
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Adnkronos
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30 ago 2009
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Roma, 30 ago. - (Adnkronos) - Da Colette a Kate Moss, da Raquel Welch a Claudia Cardinale, da Man Ray a Jean Cocteau passando per la divina Naomi Campbell. Un'unica passione in comune. Un paio di scarpe, un sandalo semplicissimo, essenziale, quasi spartano, comodissimo. Con antenati illustri. La Roma dei Cesari, la Roma imperiale, la Roma dei giochi gladiatori.
L'estate rilancia il mito e la leggenda delle 'tropeziennes', sandali diventati ormai un must, entrati nella leggenda. Da oltre 90 anni ai piedi dei grandi. Un'avventura partita da Saint Tropez, il villaggio di pescatori, sulla riviera francese, diventato in pochissimi anni, luogo cult e punto di riferimento del jet set internazionale, grazie ad un personaggio simbolo, ad un'icona degli anni '50, Brigitte Bardot.
Una storia affascinante, quelle delle 'tropeziennes', il plot di un film. Sembra che all'inizio degli anni '20 un turista di passaggio a Saint- Tropez, commissionasse a un calzolaio del luogo un paio di scarpe ad hoc per poter tranquillamente passeggiare sulla spiaggia di Canoibiers. Chiede sandali aperti, ma resistenti, come quelli dei gladiatori romani, che ha visto riprodotti su alcuni mosaici antichi. Idee precise, immagini, schizzi, bozzetti.
L'anonimo acquirente pretende, inoltre, che i sandali siano prodotti con pelli molto grasse e resistenti all'acqua di mare. La realizzazione della scarpa di per sé è molto semplice, ma solo apparentemente. Si tratta di un infradito formato da 5 strisce di cuoio orizzontali che poggiano perpendicolarmente su un'altra striscia centrale. L'originale delle 'tropeziennes' era in cuoio.
Naturalmente negli anni sono aumentati e si sono diversificati i colori. Dal grigio al rosso, all'oro, al violetto, al blu cobalto, ai verdi. Anche i materiali sono cambiati. Preziosi, irresistibili, ultrachic e costosissimi. Coccodrillo, pitone, nabuk o 'tropeziennes' tempestati di borchie, richiestissime. Intorno agli anni '20 quei sandali hanno fatto la gioia di Colette, Brassai, il celebre fotografo di origine ungherese, Man Ray, Cocteau.
Ma risale al 1927 la nascita delle prime 'tropeziennes' firmate da un artigiano di origine italiana, Domenico Rondini, che apre il suo primo atelier a Saint Tropez, a due passi dal porto, in rue Clemenceau. Si deve a lui il nome del famoso sandalo, in ricordo della cittadina francese che lo aveva accolto, dalla nativa Toscana.
Cinque anni dopo l'apertura del negozio l'ombra della concorrenza con Jacques Keklikian. Nasce il marchio K Jacques. Si continua a lavorare, a produrre. Il metodo e la strategie è la stessa, anche oggi, a distanza di anni. Il cliente entra nel negozio, sceglie il proprio modello, il colore, il materiale. Un artigiano, a volte anche lo stesso proprietario, prende l'impronta del piede, come nelle migliori tradizioni.
Il tempo di un bicchierino di vino o di champagne nel caffè più vicino e.. voilà il sandalo è pronto. Nulla è cambiato nelle vecchie boutique di Saint-Tropez, anche nel negozio di Alain Rondini. Atmosfera ferma nel tempo, come intorno agli anni '20. Sandali sospesi in aria o semplicemente attaccati al muro, vecchie chaise degli anni '50, il borbottio della macchine nel retro bottega.
''Tutto viene prodotto e venduto nel nostro atelier, come un tempo'', ha raccontato in una intervista al settimanale francese 'Point de vue', Alain Rondini, nipote del fondatore del marchio. Rondini ricorda l'unicità delle 'tropeziennes', ma anche gli altri modelli, come il sandalo 'saharienne', creato dal padre Serge negli anni '60 o il modello 'Salome', infradito fucsia e viola con fibbia laterale. Il preferito di Cecilia Attias, ex signora Sarkozy ed ex first lady francese. Ogni anno l'ateleir Rondini produce circa 7mila paia di scarpe.
''Cuoio e pelli francesi - precisano dalla boutique Rondini - ma riscaldati dal sole di Saint Tropez''. Sono circa una trentina i modelli che la famiglia Rondini offre ai propri clienti. Spesso ispirati da un quadro, da un frammento di mosaico, da un dipinto del Vaticano, da una statua greca, da disegni del XVIII secolo, persino da pellcole storiche ('Gli argonauti' diretto da Don Chaffey e interpretato da Todd Armstrong e Nancy Kovack) o semplicemente dall''Enciclopedia' di Diderot.
Colte e raffinate, popolari aristocratiche le 'tropeziennes' sono ai piedi di personaggi illustri e famiglie blasonate. Kate Moss, per esempio, che li predilige in rosso vinaccia, Naomi Campbell, che li preferisce in cuoio per far risaltare lo splendido incarnato, la famiglia Grimaldi che li ordina direttamente a Saint -Tropez. Colore, taglia, con cinturini regolabili. Come in ogni tradizione che si rispettti. Da oltre 90 anni per le 'tropeziennes'. Sempre nuove, sempre diverse.
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