Le tendenze viste alla LFWM: fuori il vecchio, dentro il nuovo
La pubblicità della London Fashion Week Men’s era solita definire la capitale britannica come la storica culla della sartoria su misura, e dei marchi per gentiluomini di classe. Invece, questa Settimana della Moda maschile si è praticamente trasformata nella stagione della moda più sperimentale di tutte. Con un nuovo centro nevralgico, la dickensiana ex fabbrica di birra Truman Brewery nell'East End di Londra, molto vicina a dove Jack lo Squartatore un tempo esercitava la sua raccapricciante attività. Diamo uno sguardo alle cinque principali tendenze che si sono viste emergere da questa nuova ambientazione.

La mancanza, o forse la morte, della sartoria
Londra era solitamente considerata la patria della sartoria classica per gentiluomini; un’epoca in cui Savile Row vestiva tutti quanti, dalla Famiglia Reale a James Bond. Oggi non è più così. Ci voleva la lente d'ingrandimento per trovare qualcuno che indossasse un abito in occasione delle sfilate di questa sessione; figuriamoci una cravatta! A parte una grande collezione di Edward Crutchley, era difficile ricordare di aver visto un singolo abito in una qualsiasi sfilata.

Rocker gentiluomo
C'è stato un grande revival del dandy rocker, visto al suo meglio in una collezione eccezionale di John Lawrence Sullivan, realizzata peraltro da un designer giapponese con sede a Tokyo. Il suo elemento chiave erano le redingote da rockstar. Allo stesso modo, in una scoppiettante collezione disegnata dal debuttante Mowalola da Fashion East erano presentate fantastiche redingote in pelle con immagini di mani tese o di torsi sulla schiena, tutte ispirate ai fanatici di automobili di Lagos, la capitale della sua nativa Nigeria.

Fluidità di generi
Transgender, cross-dressing e fluidità di genere hanno raggiunto un nuovo stadio nella moda londinese di questa stagione. Il primo outfit del primo show, Art School, era un abito da cocktail nero tagliato di sbieco, e la sfilata di gala del sabato sera aveva ad oggetto la “queer couture”, per gentile concessione di Charles Jeffrey Loverboy. Tuttavia, la versione di questa stagione ha presentato uno stato d’animo più dolce e gentile, con la proposta di vestiti frangiati femminili da charleston anni ’20 (i cosiddetti flapper dresses) per ragazzi.

Athleisure con un tocco naif
L’athleisure è stato per qualche tempo l’unico movimento di grande rilevanza registrato nel mercato del Regno Unito. Negozi tanto diversi tra loro come Primark e l’accalamatissimo End, appena fuori Carnaby Street, hanno dedicato i loro agognati pianterreni a questo trend e a poco altro. Ma i designer di menswear visti a Londra hanno dato all’athleisure una nuova svolta, grazie a stampe provenienti dall’iconografia sportiva (James Long per Iceberg); immagini davvero naif (Bobby Abley) e strisce da corsa astratte (Astrid Andersen).

Anti-materialismo
Londra ha presentato vari nuovi marchi cinesi alla moda in questa stagione. Sorprendentemente, due dei più significativi hanno enfatizzato idee anti-materialiste. Dallo show “Money v Human” di Private Policy alla ricostruzione della Mao jacket da parte di Pronounce, come se si desiderasse nostalgicamente un’era in cui le condizioni di vita erano più modeste. E pensare poi che il film “Crazy Rich Asians” è stato nominato ai Golden Globes!
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