Le seduttrici surrealiste di Schiaparelli
Per la sua collezione d’Alta Moda per Schiaparelli, Daniel Roseberry aveva promesso di mettere in scena l’incontro fra il Surrealismo e il potere della seduzione, entrambi associati alla fondatrice della maison. Promessa mantenuta.

Quello che ha funzionato meglio sono stati i superbi tailleur-pantalone in raso nero o lana blu scuro, strutturati da ampie spalle e indossati con camicette di seta bianca molto più fluide e ampie. Una silhouette disinvolta, certo, ma comunque elegante.
Daniel Roseberry avvolge i corpi lasciandosi andare in maniera mirabile, proponendo molteplici idee per tagli asimmetrici di sbieco, articolati attorno a tagli intelligenti in vita, o turbinii di tessuto particolarmente sofisticati, come nell’abito nuvola color carne, dove la seta si leva improvvisa da una sola spalla.
I suoi accessori oscillavano fra tradizione Haute Couture e appeal commerciale, passando per la spettacolarità – come nel meraviglioso gioiello dorato a forma di aragosta che sembrava mettere radici sul braccio, provvisto di rami, foglie e boccioli al gomito e alla spalla. Completamente in sintonia con il DNA ribelle di Schiap’.
Lo stilista di origine americana ha decorato molti abiti con fantasie metalliche: un abito da cocktail color carne interamente coperto di perle, e alcuni gioielli emblematici della maison, su una modella che portava anche occhiali con aste dorate che sembravano usciti da un sogno. Un omaggio appena velato al vestito “Squelette” del 1938 di Elsa Schiaparelli.

Surrealista, ma anche commerciale e sensualmente sofisticato — basti pensare in particolare al sublime cardigan ornato da catene, che imponeva un certo rispetto.
“Quando ci si interessa alla questione della condizione delle donne, una delle cose che si capiscono di primo acchito è che il genere non invita alla dualità. Per gran parte della Storia, essere una donna significava dover nascondere una parte di se stessa, almeno per una parte del tempo - era pericoloso essere troppo potente, troppo attraente, troppo sovversiva”, ha spiegato Daniel Roseberry nel programma.
Un gran numero di bellezze parigine (tra le quali Inès de la Fressange e Lucie de la Falaise) erano sedute in prima fila, accanto al patron, ovviamente soddisfatto, di Schiaparelli, Diego Della Valle, il miliardario marchigiano che possiede anche il marchio Todʼs.
Non tutto comunque è stato perfetto. Talvolta, Daniel Roseberry si è perso nel surrealismo, un problema comune tra i designer che hanno preso il posto di Elsa da Schiaparelli. Alcuni abiti da cocktail multicolori in faille di seta hanno fatto un po’ di confusione e il look finale, un vestito senza spalline con gigantesche maniche a palloncino, ha suscitato qualche perplessità tra il pubblico, ben visibile negli sguardi di molti.

Ciò detto, Daniel Roseberry è palesemente uno stilista molto competente, che possiede i mezzi per sfruttare al meglio uno dei marchi più complicati nel mondo della moda. Senza dubbio, Elsa sarebbe stata deliziata da questa collezione disegnata a suo nome.
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