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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
26 mar 2020
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Le quattro principali istituzioni della moda si sono riunite per discutere della crisi del coronavirus

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
26 mar 2020

La pandemia del coronavirus, che ha investito in pieno l'intero settore tessile e dell'abbigliamento, ha portato le principali autorità del settore a riunirsi per fare il punto della situazione. Alcuni giorni fa si è tenuta una teleconferenza tra i capi delle federazioni di moda americana, inglese, francese e italiana per capire dove si è arrivati e discutere le possibili strategie da mettere in atto per salvaguardare il comparto.

La sfilata di Ermenegildo Zegna a Milano in gennaio - © PixelFormula


I quattro presidenti, così come i presidenti esecutivi e i CEO, della Fédération de la Haute Couture et de la Mode (FHCM), della Camera Nationale della Moda Italiana (CNMI), del Council of Fashion Designers of America (CFDA) e del British Fashion Council (BFC) hanno partecipato a questa riunione virtuale. “Ci siamo riuniti per scambiare opinioni e punti di vista e per discutere della terribile situazione che stiamo attraversando, in particolare per quanto riguarda l'Italia, vero hub della produzione mondiale del lusso. Abbiamo parlato delle difficoltà del settore e pensato alle iniziative che potremmo lanciare per aiutarla”, racconta a FashionNetwork.com il presidente di Camera Moda, Carlo Capasa.
 
“Ci vuole un piano importante dal governo e dall'Europa per consentire la salvaguardia del nostro settore”, ha detto. L’Italia è particolarmente a rischio soprattutto perché ha una catena di fornitura composta da numerose manifatture, ma anche da molte piccole officine e laboratori artigiani indipendenti.

“Nessuno di questi attori deve scomparire. Se perdiamo anche la più piccola di queste realtà, l'intero settore ne risentirà gravemente”, sottolinea Capasa. La scorsa settimana, i principali organi del Made in Italy, come la CNMI, Altagamma e Confindustria Moda, l'organizzazione dei datori di lavoro delle aziende di moda italiane, hanno lanciato un appello e hanno presentato un elenco di proposte al governo dell’Italia, una sorta di piano Marshall per sostenere il settore.
 
Durante questo incontro, sono state anche discusse le prossime scadenze imminenti. In particolare la maratona delle Fashion Week di giugno, quando sono presentate le collezioni maschili e le pre-collezioni femminili. Secondo l’attuale calendario, Londra dovrebbe iniziare il 13 giugno, seguita dal Pitti Uomo dal 16 al 19, che ha già confermato la sua sessione estiva, poi da Milano e da Parigi, che dovrebbe concludersi il 28 giugno.
 
“È evidente che le prossime Settimane della Moda non potranno svolgersi come al solito. Dobbiamo capire come si evolverà la situazione, forse pensare a diversi format. Ci stiamo ragionando. Per ora, è troppo presto per pronunciarsi”, afferma Carlo Capasa. In questo contesto incerto, un altro incontro è stato fissato tra le quattro federazioni intorno al 7 aprile per prendere una decisione sul calendario di giugno.
 
Evidentemente, le attuali difficoltà legate alla produzione e alle consegne non consentiranno a tutti i marchi di completare le loro collezioni entro giugno, per non parlare del fatto che, dopo un simile blocco quasi completo delle loro attività commerciali, i buyer rischiano chiaramente di non avere i budget necessari per acquistarle...

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