31 mar 2021
Le fiere della moda chiedono certezze al Governo
31 mar 2021
Le manifestazioni fieristiche rivolgono un appello al Governo affinché nel prossimo Dpcm, previsto per il 6 aprile, venga concesso di organizzare eventi fieristici compatibilmente con la tutela della salute pubblica.

"Le fiere professionali, per operatori B2B, che escludono assembramenti di visitatori generici, sono un asset fondamentale per le Pmi e per il Made in Italy, la loro ripartenza può innescare la ripresa economica italiana, contribuendo al superamento della recessione economica e sociale in atto. Ritardare, o continuare ad impedirne l’apertura vuol dire ostacolare la ripresa degli scambi internazionali e la promozione del Made in Italy essenziale per il rilancio del nostro Paese", si legge in un comunicato diffuso in data odierna dagli organizzatori del comparto.

Per questa ragione, le più grandi rassegne italiane del settore moda, Pitti Uomo, Bimbo, Filati e Taste a giugno, Milano Unica (il salone dell'eccellenza tessile-accessori) a luglio e poi a settembre Micam Milano (il salone internazionale delle calzature), Mipel (l’evento internazionale dedicato alla pelletteria e all’accessorio in pelle), TheOne Milano (il salone dell’haut-à-porter femminile), Lineapelle (mostra dedicata a pelli, tessuti, accessori e componenti più innovativi), DaTE (manifestazione dedicata all'occhialeria d'avanguardia) e Homi Fashion&Jewels Exhibition (manifestazione dedicata al bijoux e all’accessorio moda), chiedono al Governo assolute certezze per poter riavviare la propria attività confermandone lo svolgimento, nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza sanitaria sia per gli espositori che per i visitatori.

"L’organizzazione di una rassegna internazionale, rivolta a un pubblico b2b quindi aperta solo ad operatori professionali, ha dei tempi lunghi di programmazione ed allestimento e non può essere pianificata in pochi giorni. Rischiare di prolungare questa fase di incertezza, vuol dire compromettere l’intera stagione autunnale", sottolineano allarmati gli organizzatori, che sono stati fortemente penalizzati in questi mesi dai continui cambiamenti decisi dal Governo quanto ad aperture/chiusure.

Se già nel dibattito pubblico si parla di riaperture per alcune attività nel periodo estivo, non si menzionano assolutamente le fiere, un comparto che genera, secondo le stime di CFI, un volume d’affari di 60 miliardi di euro annui.

Le manifestazioni b2b sono un driver per le nostre imprese: il 50% delle esportazioni nasce da contatti originati dalla partecipazione agli eventi, per un volume complessivo di 251 miliardi di euro l’anno e un ritorno sugli investimenti di 8 euro per ogni euro investito.
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