Le 20 migliori sfilate di moda del mondo di settembre 2017
Dopo una settimana di apertura un po’ scialba e monotona a New York, una stagione molto valida a Londra e alcuni grandi fuochi d’artificio a Milano, Parigi ha (ancora una volta) dominato, presentando la maggior parte delle collezioni migliori di questa 29 giorni iniziata su Park Avenue il 6 settembre e culminata nel seminterrato del Louvre con Louis Vuitton il 3 ottobre. Ecco la nostra classifica dei 20 migliori show, dopo la conclusione del caravanserraglio dei circa 450 eventi visti sulle passerelle euro-americane di settembre-ottobre.
Chanel
Dicono che disegnare moda sia un gioco per persone giovani, ma il grande “Momento Fashion” della stagione lo ha realizzato un ottuagenario. L’immenso set delle Gole del Verdon di Karl Lagerfeld; una collezione splendida; le consegne veloci e l’ossessione per la plastica messe insieme per concretizzare un’esperienza unica. In più, i materiali hanno rappresentato un promemoria del fatto che quando si tratta di ricerca di tessuti nessuno può superare il grandissimo esperto coreano di Chanel Kim Young-Seong.
Loewe
Allestita come l’apertura di una mostra d’arte – con straordinari arazzi fotografici posti sui muri della galleria che si trova dentro la sede dell’UNESCO, l’ultima collezione di Jonathan Anderson per Loewe è stata una brillante dimostrazione di sensuale daywear e stravagante logomania, con le borse più intriganti della stagione. E un promemoria del fatto che Anderson sta raggiungendo il suo obiettivo dichiarato a lungo termine: convertire Loewe fino a portarlo ad essere un punto di riferimento culturale.
Saint Laurent
Kering e LVMH si sono ritrovati impegnati in una tacita battaglia per un paio di stagioni: chi è in grado di allestire lo spettacolo più impressionante. In questa stagione ha prevalso Kering, con Saint Laurent. Un campo da calcio, una passerella in calcestruzzo costruita sulla parte alta delle fontane di Giardini del Trocadero, e illuminata dalla Torre Eiffel. Per una collezione coraggiosa e supersexy di Anthony Vaccarello, molto addentro al DNA di YSL in questo show davvero appropriato, visto che erano passate solo due settimane dalla morte del cofondatore del brand, Pierre Bergé.
Valentino
L’assemblaggio realizzato da Piccioli di active sportswear, menswear e grande romanticismo ha dato vita ad alcuni vestiti bellissimi, e ad un’idea di moda molto fresca. Nessun altro designer riesce a creare un abbigliamento maschile sfavillante, un ready-to-wear femminile eccezionale e capi di alta moda di folgorante bellezza per la stessa casa di moda.
Louis Vuitton
Cortigiani del XVIII secolo incontrano uno sportswear raffinato nella brillante presentazione di Nicolas Ghesquière, in uno show che ha sicuramente anticipato la fine dell’Athleisure, organizzato all’interno del Museo del Louvre. Il messaggio? Il Barocco è tornato in grande stile nella moda. Chiamatelo Rococò'n'Roll.
Gucci
I vestiti si vedevano a malapena nell’ultimo show di Alessandro Michele, visto che il suo splendido set (i detriti di una città del mondo antico) era illuminato come l’interno di un nightclub/bunker di Berlino. Eppure, questa è stata un'ultima raffinatezza del mixologist Michel, con il suo cocktail di gran dame eccentriche, nobiltà rinascimentale ed estetica da rock star che ha preso d’assalto la moda. Da nessun’altra parte quanto fuori da questo show si potevano trovare i fan, i blogger e i fashionisti vestiti Gucci dalla testa ai piedi. Sembrava che si fossero tutti dati appuntamento sul Canal Grande di Venezia.
Altuzarra
Trionfale ritorno a Parigi da parte di Joseph Altuzarra, con una sfilata organizzata nello stesso tipo di liceo che ha frequentato da giovane nella Ville Lumière. Vestiti iper fluidi, giacche trapuntate di agnello mongolo e le migliori decorazioni viste a Parigi hanno reso questo défilé un concept vincente.
Burberry
Bisognava fare a spintoni per passare attraverso le schiere rabbiose di manifestanti per i diritti degli animali che urlavano forte agitando manifesti in cui erano raffigurate povere bestie straziate e sanguinanti agli invitati che entravano alla Old Sessions House per assistere all’ultimo show di Burberry. Ma ne è davvero valsa la pena, visti i cappotti regimental invertiti trasformati in gonne e giacche. E tutti i tipi di look aristocratici militari fatti diventare una splendida sartoria mutante. Il realismo regna ancora sulle passerelle londinesi.
Erdem
Erdem Moralioglu ha compiuto una ricerca nel guardaroba privato della Regina al Castello di Windsor. Il risultato è stato una collezione brillante, basata sulla fantasia che Sua Maestà abbia avuto una seconda carriera come cantante di jazz nella Harlem degli anni Cinquanta. Con in sottofondo il brano “The Queen’s Suite” di Duke Ellington, la collezione ha mostrato abiti per un ballo regale ricamati di cardi, porri e rose lavorati come meravigliosi abiti da sera; e vestiti-soprabito estremamente dilatati realizzati in jacquard selvaggi, per una brillante “Restaurazione Fashion”.
Calvin Klein
Grafiche, lettere, immagini di Dennis Hopper, car crashes di Warhol e loghi si sono visti su tanti outfit – la seconda reinvenzione del Sogno Americano di Raf Simons. Lo stilista belga ha buttato dalla finestra il minimalismo di Calvin Klein e il risultato è stata una delle collezioni più influenti mai viste da anni da qualsiasi parte. Basti vedere quanto i suoi plaid di lana, cappotti di chesterfield, giacche di denim, jeans sovrastampati con supereroi di Warhol abbiano ispirato gli outfit visti per le strade in tutto il pianeta.
Creatures of the Wind
Questo deve essere considerato il migliore show di un giovane designer della stagione. Stile psichedelico artigianale da Creatures of the Wind, un dinamico duo di Chicago, che ha avuto il climax della propria sfilata sul fiume Hudson con un paio di sensazionali cappotti vintage ri-cuciti, in stile psichedelici anni ‘60. Il tutto dopo aver mostrato cappotti a due colori in tinte e tessuti contrastanti (come pelli vintage combinate con cotone kaki), o un trench di vernice nera rifinito con cristalli Swarovski total black – in una rara affermazione di briosa artigianalità da parte di un marchio americano.
Jacquemus
Un impressionante esercizio di puro drappeggio: con camicette semplici, gonne avvolgenti, e sottili abiti da cocktail monocolore di cotone e maglia tutti amorevolmente avvolti intorno a ogni corpo. Delicata, ma iper sexy, questa collezione sensuale di Jacquemus è stata presentata dentro al Museo Picasso ed era dedicata alla sua bellissima madre Valérie. Un’apertura sagace e sensuale per la stagione di Parigi.
Céline
Sin dal look di apertura: un favoloso mantello bianco con balze tagliato a forma di tenda – che richiamava le vele degli yacht da competizione che sono servite come coreografia della location in cui si è tenuto lo show – che avviluppava una modella vestita con un tailleur di lino color kaki dal taglio impeccabile e minimalista, senza revers sul collo, tutta la collezione ha testimoniato della volontà di Phoebe Philo di definire la nuova silhouette di Céline. Una presentazione ancora una volta estremamente convincente, che talenti a lei inferiori seguiranno o scopiazzeranno.
Versace
Donatella Versace ha concepito un sontuoso omaggio per commemorare il 20° anniversario della morte di Gianni, con una collezione che ha fatto riferimento ai design storici di suo fratello in ogni look. Ricordandone i momenti di gloria, e non la fine cruenta della sua vita. Momento clou dello show, e forse di tutte le presentazioni di settembre, l’incredibile immagine finale. Standing ovation per Donatella che è uscita ad accompagnare cinque leggendarie supermodelle (Carla Bruni-Sarkozy, Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Helena Christensen e Cindy Crawford) vestite con gli abiti più sinuosi che si possano immaginare, in jersey metallizzato, quasi liquidi.
Bottega Veneta
Tomas Maier ha deciso di lasciare da parte l’eleganza discreta che abitualmente distilla per Bottega Veneta. Risultato: la sua collezione migliore da molti anni. Marmi venati, architettura neoclassica, ostentazione esplosiva; ecco una collezione di razza, una proclamazione piena di vita.
Marc Jacobs
Da un lato voluminose versioni tropicali di classici stili e tagli di Jacobs, dall’altro gli splendidi copricapi di Stephen Jones combinati per ottenere il migliore show da anni del designer. Il patron di LVMH aveva sorpreso il mondo della moda annunciando lo scorso anno di essere più preoccupato per Marc Jacobs che per Donald Trump, ma dopo questo défilé potrà dormire sonni tranquilli. Jacobs ha ancora molta farina fashion nel suo sacco.
Balenciaga
Dopo alcune stagioni passate a rivisitare rispettosamente i codici della venerabile maison Balenciaga, il designer Demna Gvasalia si è infine deciso ad affermare la propria visione, più streetwear e artistica, della famosa maison. Stampati con immagini di dollari; leggings con stampe stile foto da salvaschermo incontrano stivali e pantaloni multistrati – presentati in un immenso deposito oltre l’estrema periferia di Parigi. A miglia di distanza dalla tana di Cristobal.
Prada
Immagini di cartoni animati, tutti di artiste donne, erano la chiave dell’ultima sfilata di Prada. Ingrandite e applicate in versione gigante sui muri o stampate su numerosi outfit dello show in Via Spartaco, soprattutto su superbi cappotti in pelle di capretto. Sul retro di questi, disegni girly e romantici di ragazze timide di cartoon che dicono, “I love Prada”. Saranno in molti ad amare anche questi vestiti.
Koché
Ogni secondo look del défilé di Koché presentava un riferimento alla maglia del Paris Saint-Germain, o al logo del loro sponsor – Fly Emirates, nell’ultimo incontro dell’active sportswear con lo street chic. I due stili erano mischiati, trasformati e riassemblati in una visione fashion d’avanguardia, con il piccolo tocco di genio di Christelle Kocher, la più ribelle delle stiliste e intellettuali della moda francese.
Alexander McQueen
Ultima, ma certamente non meno importante, l’ode di Sarah Burton a un giardino inglese, con un tocco di punk rock, ha concluso in modo esaltante ed allegro una fredda serata parigina. La visione sempre romantica e avanguardista che realizza per Alexander McQueen ne fa una delle figure chiave più innovatrici della moda odierna; una vera scienziata della moda, in grado di evocare nuove visioni di bellezza.
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