Le 12 migliori sfilate del mondo di questa stagione
Dopo 30 giorni di sfilate ininterrotte cominciate sul Bund di Shanghai con Tommy Hilfiger e terminate a Parigi, davanti al Louvre, con Louis Vuitton, ecco il nostro giudizio sui 12 show più belli e influenti della stagione internazionale di settembre 2018. Alcuni per l’influenza che avranno o per il loro coraggio, altri per la loro energia e bellezza pura. Tutti contenevano comunque un riferimento comune, una celebrazione della diversità e della capacità della moda, seppure in modo indiretto, di dire la sua sulle enormi divisioni sociali che sono oggi emerse in molte nazioni, specialmente all’interno delle quattro democrazie in cui si svolgono ogni anno le maggiori Fashion Week – gli Stati Uniti d’America, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, la Francia e l’Italia.

Alexander McQueen
La cavalleria ha incontrato la solidarietà femminile nella collezione più bella in assoluto vista nella stagione, quella disegnata da Sarah Burton per Alexander McQueen. Abiti come armature di cavalieri realizzati in pelle stampata bianca, rossa o nera – coperti di pitture o ricamati con grossi papaveri cremisi; abiti da sposa decostruitiin taffetà di seta tagliuzzato; abiti in chiffon arruffati, tagliati con bravura e indossati con una serie di eleganti giacche in pelle da equitazione a coda di rondine. Un mood da Middle England per eccellenza, con il più grande atelier di Londra che ha lavorato al défilé in maniera febbrile.

Marni
La Venere di Milo per l’era di Internet da Marni, dove la dea è apparsa in bizzarri abiti stampati fatti di seta, mescolati con foto di architettura classica, statue e pois etnici. Lo stilista Francesco Risso ha rivoluzionato i vestiti pieghettati del XVIII secolo, aggiungendovi bustier in pelle color ecrù; opppure ha tagliato abiti da dea greca con angolazioni sbalorditive, prima di decorarli con piccole pietre.
In più, ha costruito il set più suggestivo visto in Italia, avendo fatto sedere il pubblico su oltre 100 letti in stile Art Deco, o country chic, o da ospedale o da dormitorio scolastico. “Frankenstein riporta in vita la Venere di Milo. Classicismo e metamorfosi in corso”, ha detto Risso della sua collezione più bella per Marni.

Prada
Un commento della moda sulle odierne opposte fazioni del conservatorismo reazionario e di chi ha desideri liberali e di libertà. Stavano solo mostrando dei vestiti da Prada, ma il messaggio era chiaro: invertire i codici classici della moda con modelli, tessuti, immagini e stampe improbabili. Fusione di stampe freak e psichedeliche con foto di campagna e immagini di uomini e donne nudi su cappotti, abiti o gonnelline da tennis molto perbene.
I classici outfit di nylon di Miuccia erano esaltati dai loro colori – sorbetto, lime o rame – e abbinati a pantaloncini satinati, sandali elastici da atleti greci, mini top-corsetto e calzini al ginocchio in nylon trasparente con grandi loghi triangolari Prada. La moda come uno scontro di ideologie politiche.

Celine
Ora, sappiamo che i nostri cari cugini anglosassoni si sono un po’ arrabbiati dopo aver visto la collezione di debutto di Hedi Slimane per Celine. Ma per i più saggi tra noi si è trattato di una potente collezione di vestiti, che ha mostrato quel fascino sessuale che pervade Parigi dopo il tramonto. I suoi abbaglianti abiti da cocktail metallici e gli stivali da cowboy con fibbie hanno spazzato via due intere decadi di clienti Celine. La collezione maschile di debutto di Slimane per Celine ha avuto come protagonisti nuovi pantaloni curvy tagliati in modo impeccabile e alcune lunghe giacche a doppio petto davvero molto valide. Ironicamente, mentre Hedi metteva in scena la sua distruzione dell’Ancien Regime da Celine sotto la tomba di Napoleone a Les Invalides, un gruppo di realisti della moda, chiamato Les Philophiles, ha tenuto una riunione nostalgica sull’Ile de la Cité, proprio accanto alla Conciergerie. I nostri nostalgici amici erano forse inconsapevoli del fatto che quello era il luogo in cui erano detenuti i prigionieri prima di incontrare la Signora Ghigliottina…

Paco Rabanne
Una bellissima contemplazione dello stile hippie dei Seventies unita a stampe Rajasthan e pattern moreschi mescolati con finiture high-tech, è quanto ha pensato Julien Dossena per Paco Rabanne, riuscendo finalmente a stabilire un nuovo stile alla moda per questa firma storica. Tutto rifinito, collegato e tenuto insieme con catene metalliche, manette e corde, o completato con top in seta e sarong ricchi di monete d’oro. Per troppo tempo Paco Rabanne era rimasto bloccato in un loop temporale di continua riproposizione di reti metalliche e cotte di maglia. Ma questo show ha aperto nuovi orizzonti, mantenendo comunque un numero sufficiente di riferimenti alle maglie metalliche per rispettare il DNA di Rabanne. Dossena è il nuovo beniamino di Parigi.

JW Anderson
“Una celebrazione della moda attraverso la trama”, cioè la texture, ha spiegato Jonathan Anderson a proposito della sua ultima collezione, lo show di spicco della stagione inglese. Abiti che si allontanano dal busto, fatti di grandi strisce rettangolari di tessuti a contrasto – dal lino gessato al chiffon fluttuante – tagliati con orli a fazzoletto e volumi fluidi. Camicie da uomo semi trasparenti ampliate con placche a contrasto. Tutte le modelle indossavano un cappello da pirata di pelle, incoraggiando il pubblico a concentrarsi sull'abbigliamento. Sicuramente la sfilata più influente di questa stagione a Londra.

Louis Vuitton
Una collezione fantascientifica con forme medievali per Louis Vuitton by Nicolas Ghesquiere, messa in scena in una stazione spaziale serpeggiante dentro al cortile “dell'edificio più bello del mondo, il Louvre”, secondo il designer.
Armature da Giovanna d’Arco in chiffon; giubbe da football americano; pullover senza maniche articolati, pantaloncini sportivi larghi e abiti da cocktail sfalsati, tutti stampati con immagini digitali di una città intergalattica che viene ricostruita da robot giganti. Paesaggi super artificiali progettati al computer e stampati su tutto, e utilizzando i materiali più rivoluzionari di qualsiasi altro show visto in questa stagione. Un défilé lussureggiante, lussuoso ed esuberante, e indiscutibilmente odierno.

Valentino
Un incontro della Marrakech di Saint Laurent con gli artisti bohémien e la cultura della prima comune artistica rurale utopica pre-Prima Guerra Mondiale, laMaverick Art Colony, fondata nel 1905 nella provincia di New York. Il risultato? Una collezione di grande bellezza ed eccentrico splendore. Abiti floreali broccati, abiti gotici in paisley e vestiti plissettati, indossati con camicie contadine fluttuanti, bandane, berretti e altre decorazioni piumate, in un’amorevole espressione di abiti spritualmente liberi, ma di classe.

Maison Margiela
In un’era, e stagione, di gender bending, questa è stata l’affermazione di moda più trasgressiva di tutte. Un commento politico del designer John Galliano per Maison Margiela. Non stupisce che abbia chiamato la linea “Mutiny”. Ampi cappotti-smoking o giacche di tweed fatte a pezzi, indossate sopra incredibili legging turchesi attillati e stivali da cowboy pieni di tagli, il tutto sormontato da enormi fiocchi jacquard con stampe floreali in questa collezione co-ed. Scrivere di questo show di Margiela e del suo appello per incoraggiare la diversità un giorno dopo che il primo turno di votazioni per le elezioni presidenziali brasiliane è stato nettamente vinto da Jair Bolsonaro, le cui bigotte invettive anti-gay sono fin troppo facili da reperire su Youtube, ce lo ha fatto scolpire ancor di più nella memoria.

Proenza Schouler
Una collezione abilmente rivoluzionaria mostrata, ironicamente, in quel bastione del capitalismo americano che è Wall Street. Così Proenza Schouler ha celebrato il suo ritorno a casa dopo tre stagioni passate a sfilare a Parigi. Sono finiti i ricami, le piume, le manipolazioni dei tessuti e gli intricati lavori di pelletteria visti nella Ville Lumière. Spazio invece ad abiti grezzi e grintosi realizzati interamente in denim giapponese, gabardine di cotone e popeline, e tutti trattati e cuciti a New York e Los Angeles. Denim tinti con colori acidi, degni di un camionista della Germania Est, tagliati per farli diventare abiti ampi decorati con molteplici volant; una camicia di gabardine color argento metallizzato indossata con gonna di jeans nera cucita con punto a sella; elefantiaci pantaloni da pittore abbinati a canottiere in cotone. Creazioni a volte forse stravaganti, ma davvero originali. Chiamatela moda americana da centro-città.

Miu Miu
Tutto parlava di sovversione da Miu Miu, dove Miuccia Prada ha giocato con le classiche convenzioni borghesi sul buon gusto, il tutto pensato per dare loro una nuova, affascinante e innovativa allure.
La stilista ha tagliuzzato, quasi avesse usato cesoie da giardino, molti abitini neri, bluse in taffetà e tubini classici per conferirvi una finitura contemporanea più ruvida e più fresca. Uno show finale che conferma il ritorno del denim nell’alta moda, un trend iniziato soprattutto a New York. E un’intelligente affermazione di moda da parte della più grande femminista dell’universo fashion.

Balenciaga
In questo caso abbiamo assistito ad una messinscena della passerella a dir poco mozzafiato. Un set eccezionale: un vortice digitale sviluppato dall’artista Jon Rafman, che ha rappresentato lo scenario perfetto per l’ultima sfilata per Balenciaga da parte del direttore creativo Demna Gvasalia.
Il pubblico di 400 persone è stato fatto accomodare in un tubo rettangolare interamente composto di 2.000 metri quadrati di schermi a LED ricurvi; con enormi immagini di gocce di pioggia che cadevano sui vetri; lava vulcanica; onde agitate; palle di fuoco e celluloide intenta a sciogliersi. La collezione della firma parigina dai volumi più famosi ha avuto come protagonista un ‘neo-tailoring’. Abiti-cappotto in gessato, lana celeste o velluto tecnico blu tagliati alla perfezione, tutti stretti in vita come un pezzo degli scacchi e rifiniti con spalle esattamente piatte, ad angolo retto. Le forme, come sempre notevoli, disegnate da Demna erano completamente in sincronia con il set tubolare, per un memorabile momento fashion.
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