Lanvin: esploratori fantasy e pellegrini mistici
Se all'inizio non ci riesci, riprova. Lanvin ha presentato il suo quarto designer in altrettanti anni a Parigi. E la sua ultima scelta, Bruno Sialelli, ha realizzato un debutto sensazionale per la più antica casa di moda francese dentro l'antico Museo Cluny.

Dopo molte false partenze, questa collezione, e questo show, hanno rappresentato una significativa dichiarazione di moda, che ha giocato su molto del DNA di Lanvin, ma spostandolo notevolmente verso gli elementi mistici e folkloristici propri di Sialelli. Uno show co-ed allestito perfettamente all'interno dello storico museo, costruito all'interno di un'antica abbazia, a sua volta edificata su antiche terme romane.
Francese di origini italiane, Sialelli in precedenza ha lavorato per Paco Rabanne e Loewe, in quest’ultimo marchio curandone il menswear. C'erano piccoli accenni alle sue esperienze precedenti, ma davvero minuscoli. Tutta la collezione l’ha tagliata abbandonandosi alla creatività e mescolando coraggiosamente i tessuti: diaframmi, colletti e plastron in maglia di lana; tartan con bordi grezzi; sete classiche e stampe audaci – composte da caratteri estratti da libri per bambini come San Giorgio e il Drago. Ha persino usato questi caratteri su grandi stivali e borsette. Rendendo così l'intero mood della linea inaspettato, ingenuo e in qualche modo molto sofisticato.
Per gli uomini ha mostrato camicie da marinaio bretone abbinate a maglioni Aran; montgomery tagliati come cappe; tuniche di seta con stampe araldiche, sormontate da mantelle di maglia; oppure classici cappotti chesterfield, dalle cui maniche spuntavano i medesimi caratteri araldici.

“Ho cercato in profondità negli archivi per trovare l'ispirazione. Lì ho scoperto che Jeanne Lanvin era un'esploratrice – andava dall’Europa dell’Est al Medio Oriente, e tornava dopo aver raccolto un sacco di tessuti, oggetti di folclore e creando sempre emozioni. Ma era anche una donna amante del lifestyle in tutto e per tutto, che realizzava linee per l’uomo, collezioni da donna e anche arredamento. Quindi, come ispirazione volevo un esploratore degli Aztechi; ma anche Jean Genet, parti della Bretagna, Brest e la bellezza della campagna francese”, ha spiegato Sialelli, che ha chiamato la collezione “Mystic Pilgrims” (“Pellegrini mistici”). Aggiungendo che ha scelto Cluny “come una capsula del tempo magica”.
In un passaggio di grande bravura, ha preso una stampa con tanti volti e l'ha usata in molti vestiti bellissimi, uno guarnito con frammenti di metallo dorato; e poi in un top attillato da uomo, in una borsa di seta e persino in un bellissimo set di pigiami.
La tavolozza di Sialelli era ottimista – azzurro cielo, plaid slavato, rosa fard. Il suo casting è stato giudizioso (sconosciuti molto cool si alternavano a superstar come Gigi Hadid o Kaia Gerber). L’arredo era ben equilibrato, fatto di banchi e panche in legno liscio di La Mode en Images; bella anche la colonna sonora, che andava dal compositore italiano Nino Rota a “Heart of Gold” di Neil Young. Il risultato finale è stato un vero momento di moda.

“Bruno è estremamente talentuoso e ha una visione globale. Inoltre, ha esperienza e talento nel campo dell’abbigliamento femminile, del menswear e degli accessori. È un leader ed è giovane. E io non potevo davvero riciclare un altro nome noto”, ha affermato Jean-Philippe Hecquet, nominato CEO di Lanvin nell’agosto del 2018, pochi mesi dopo che la maison francese è stata acquistata dall'investitore cinese Fosun Fashion Group.
Chiunque abbia detto che i cinesi non sono in grado di gestire un grande marchio di lusso, ora farebbero meglio a tacere. Fosun ha scelto un esperto dirigente senior, che ha avuto il coraggio di scegliere un giovane designer sconosciuto. Il risultato è stato un grande debutto nelle rovine più famose di Parigi.
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