19 feb 2020
Lanificio Luigi Colombo: target Asia e una rigorosa tracciabilità
19 feb 2020
Il Lanificio Luigi Colombo di Borgosesia (VC) ha aumentato rispetto a tre anni fa i suoi negozi di proprietà dedicati al prodotto finito. Ora sono 12 nel mondo, tra Italia (Milano, Porto Cervo, Bergamo, Brescia, Lissone, Romagnano Sesia, e gli outlet store situati nel centro McArthurGlen di Serravalle Scrivia e nella sede di Ghemme) e Corea del Sud (2 a Seoul, 2 a Daegu e 1 a Busan). “I progetti futuri del Lanificio Luigi Colombo saranno principalmente incentrati sull’Asia, area che culturalmente apprezza molto di più il lusso intrinseco, anche se gli Stati Uniti rimangono un mercato molto importante per noi (come l’Italia e tutta l’Europa), nel quale lavoriamo attraverso i department store e vantiamo 4 shop-in-shop da Barneys e Bergdorf Goodman”, riferisce a FashionNetwork.com il CEO del lanificio piemontese, Roberto Colombo, dal 2016 Cavaliere del Lavoro.
Il Lanificio Luigi Colombo rivendica di essere il maggior produttore mondiale di tessuti in cashmere e fibre nobili (come il mohair, le lane finissime o la vigogna), visto che trasforma 500.000 chili di materia prima all’anno. Materiali che sono acquisiti direttamente nei Paesi d’origine Cina, America Latina, Australia e Canada e lavorati secondo una struttura verticale.
Il lanificio produce in due stabilimenti, a Borgosesia e a Ghemme (NO), i quali coprono un’area di 30.000 mq, e vanta oltre 300 dipendenti diretti. Più di 200 i suoi clienti nel mondo. L’esercizio 2019 si è chiuso a 88 milioni di fatturato, in leggerissima crescita rispetto al 2018. “Che fu un anno dai risultati importanti”, afferma il CEO. “Anche il 2020 era partito bene, ma ora siamo in attesa, come tutti nell’universo del tessile-abbigliamento, degli effetti di questa ondata del coronavirus, che sicuramente arriverà ad influenzare tutto il settore. Bisognerà capire in quanto tempo si potrà contenere tale epidemia, e quindi tra quanto verranno riaprire i negozi attualmente chiusi. Del resto, bisogna pensare che il 40% del lusso mondiale viene acquistato direttamente in Cina o dai turisti cinesi che viaggiano nel mondo. Comunque, i nostri progetti per incrementare il business in Asia rimangono”.
Oltre alla divisione tessile, alla fine degli anni Ottanta l’azienda ha sviluppato la divisione prodotto finito, con proprie linee di prêt-à-porter, maglieria, accessori e homewear. Il 75% del fatturato è generato dal core business della divisione tessuti, il 25% da quella del prodotto finito.
Negli ultimi anni, il Lanificio Colombo si è orientato ad incrementare la tracciabilità delle sue produzioni, arrivando innanzitutto a sostenere e tutelare il futuro delle comunità di pastori dell’Inner e del Outer Mongolia, un territorio tanto angusto quanto affascinante. Le imprevedibili variazioni climatiche e l’uso, a volte improprio, degli spazi dedicati alla pastorizia, stanno creando delle criticità in quei territori, i luoghi dai quali proviene il cashmere più pregiato al mondo. Il Lanificio Colombo ha allora aderito al progettodell’associazione “Sustainable Fiber Alliance”, per la protezione di quelle terre e dei loro abitanti.
“L’alleanza permetterà di ricavare materia prima che dovrà seguire determinate regole di sostenibilità e tracciabilità”, precisa Roberto Colombo, “che vanno dalla gestione dei pascoli, all’utilizzo dei territori con un’attenta valutazione dell’impatto ambientale,alla salvaguardia degli animali, soprattutto nei periodi invernali e nelle ore notturne, ad esempio il come lavare la materia prima o come pettinare gli animali (cosa che i pastori locali sanno fare benissimo da tanto tempo, perché stiamo parlando di una tradizione millenaria nomade)”. Il progetto punta anche a creare reti di sostentamento per le famiglie dei pastori a supporto delle oscillazioni del mercato, e assicurare così ai giovani di quelle regioni un futuro.
Infine, nella nuova collezione Primavera-Estate 2021 il Lanificio Colombo ha presentato la novità delle tinture naturali delle fibre nobili. Le nuove colorazioni di natura vegetale trasferiscono, alle lane e alle sete GOTS (Global Organic Textile Standard) la certificazione che attesta le materie prime organiche ottenute da cicli di produzione bio, e al puro cashmere toni di colore unici ed esclusivi, nell’ambito dell’altro progetto di sostenibilità “WEareBIO”.
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