Lacoste: benvenuti da Monsieur René e Madame Simone
L’ultima collezione della griffe parigina ruotava interamente intorno a Simone Lacoste. Una sfilata mista che la moglie del fondatore avrebbe sicuramente apprezzato molto.
“Poche persone sanno che Simone è stata lei stessa una campionessa a tutti gli effetti. Ma una campionessa di golf, non di tennis come suo marito René”, ha ricordato Louise Trotter nel backstage del défilé. Abbastanza logicamente, la collezione ha quindi riunito elementi stilistici di golf e tennis — invece, la sfilata si è svolta su un campo da tennis coperto.
I riferimenti al golf hanno attraversato l’intera collezione: canotte in maglia di mohair per partite di golf primaverili, berretti da caddie per giocare al crepuscolo, camicie con colletti cubani in cotone a quadri, scarpe con nappe e blazer da campione golfistico, ma realizzate in un verde molto più chiaro di quelle del famoso Augusta National Golf Club.
“Spesso, nelle relazioni di coppia, uno prende il sopravvento sull’altro. Invece, René e Simone si completavano davvero armoniosamente”, ha aggiunto Louise Trotter.
Le migliori idee della direttrice artistica della firma transalpina di moda e sportswear si sono espresse al meglio nei suoi meravigliosi cappotti — dai soprabiti da guardiano notturno in pelle colorata agli impermeabili gialli. Notevoli anche i pantaloni da tuta con strisce laterali, e i trench tagliati con flessibilità e morbidezza. Cappotti e giacche erano spesso confezionati in jersey, a dare un'impressione generale di comfort ed eleganza.
La stilista britannica ha avuto l’intelligenza di vivacizzare l’emblema iconico di Lacoste, instancabilmente posto al centro di ogni sfilata: il coccodrillo — a volte applicato su un montgomery, a volte sproporzionatamente ingrandito su una magnifica camicia di seta stampata bianca. Non mancava la famosissima polo di René, declinata in una vasta gamma di colori, ma in questa stagione lavorata a maglia, in un jersey doppio.
“L'aspetto non cambia, ma quando lo indossi la sensazione è davvero diversa”, ha spiegato Louise Trotter, prima di ricordare il ruolo dello stesso René Lacoste nello sviluppo di questa leggendaria camicia in piquet di cotone. “Sin dal lancio del suo marchio, René pensava al comfort e alla performance. Oggi il lusso è il comfort”.
Insomma, niente di veramente rivoluzionario, ma una proposta convincente, presentata davanti a un'impressionante prima fila di ospiti, un bel mix di atleti di alto livello, musicisti e attori.
In passato, Lacoste ci ha abituato a campagne popolate da modelle caucasiche con colletti inamidati, in una visione che aveva più a che fare con la Francia degli anni '50. Ben lontana dalla realtà dei migliori atleti d’alto livello che oggi impressionano il pubblico – in particolare nella squadra francese. Da alcune stagioni, invece, Lacoste adotta un'immagine molto più inclusiva, che si è riflessa nella composizione del pubblico della sua sfilata.
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