1 dic 2020
La sostenibilità secondo Lavinia Biagiotti e Margherita Maccapani Missoni
1 dic 2020
Due giovani imprenditrici, due donne volitive e pragmatiche che portano avanti con lungimiranza, passione ed etica il corso di due griffe iconiche della Moda italiana. Stiamo parlando di Lavinia Biagiotti, Presidente del gruppo che porta il suo nome e di Margherita Maccapani Missoni, direttrice creativa della label M Missoni, intervenute in occasione della terza e ultima tappa di “The age of new visions”, iniziativa organizzata da UniCredit in collaborazione con Pitti Immagine, Camera Nazionale della Moda Italiana, Altaroma e Nomisma per riflettere sugli scenari economici e le strategie per agevolare la ripartenza del settore del fashion.
Affrontando il tanto dibattuto tema della sostenibilità, entrambe le manager si sono soffermate sull’importanza di un concetto che va trattato da più punti di vista: la cura e il rispetto per l’ambiente, per le persone e per il territorio con le sue tradizioni.
“Mia madre fu la prima a sfilare in Cina nel 1988, non per semplici logiche commerciali, come si potrebbe pensare, ma per raggiungere il più grande numero di donne del mondo e parlare loro attraverso una lingua universale: la bellezza. La nostra connessione tra moda, arte e natura è da sempre fortissima e si concretizza in primis nell’attenzione verso gli esseri umani, verso la Natura e verso il nostro patrimonio culturale”, ha spiegato Lavinia Biagiotti. “Io vivo e lavoro in campagna: una scelta fatta dai miei genitori che volevano regalare non solo a noi della famiglia, ma anche a tutti i nostri dipendenti, una qualità di vita migliore. Sostenibilità per noi è anche proteggere i nostri preziosi artigiani, valorizzarne i saperi: lavoriamo infatti con tanti laboratori straordinari che abbiamo nel circondario. E’ un modo per valorizzare gli intangibili e il loro operato. Bisogna misurare con azioni concrete la sostenibilità”.
L’imprenditrice ha ricordato a tal proposito anche il suo impegno verso Roma, che per Lei ha contribuito moltissimo al successo in tutto il mondo della griffe Laura Biagiotti. “Una città che i miei genitori hanno amato immensamente e che io amo immensamente: abbiamo voluto renderle concretamente omaggio sostenendo i costi per il restauro di importanti opere in città. Il nostro motto in azienda è ‘Disegnare il futuro’: partire da un foglio bianco su cui scrivere qualcosa che resti e possa regalare a tutti piccole gocce di felicità. Qualcosa che, in particolare in questo periodo, dia un senso ai giovani, una generazione che è stata molto penalizzata dalla situazione che stiamo vivendo. Il mio impegno è anche e soprattutto per loro, oltre che per la memoria di mia madre e mio padre, per le persone della mia azienda, che sono anch’esse famiglia e per il territorio in cui vivo”.
Due storie di famiglia con delle similitudini, quelle di Lavinia Biagiotti e Margherita Maccapani Missoni.
“Anche i miei nonni, Ottavio e Rosita, crearono l’azienda in una zona depressa per aiutare chi non aveva lavoro, in particolare le donne del territorio, offrendo loro la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita”, ha ricordato Margherita. “La nostra azienda, nella sua dimensione contenuta, è sempre stata sostenibile dal punto di vista etico ed ecologico. Quando mi è stato chiesto di prendere in mano la label M per darle una nuova identità, la sfida più grande è stata per me trasformare M Missoni in una sorta di veicolo per dare nuova vita a tutto il passato dimenticato di Missoni”. Se nell’immaginario iconico di tutti vi sono infatti le creazioni degli anni ’70 della griffe, che le portarono il massimo della fama, il prima e il dopo sono stati decenni altrettanto ricchi e fruttuosi. “Quindi M sinonimo di Memoria, sotto l’egida del “Reuse, Remix and Respect”: riusare, senza mai copiare, mescolando, capovolgendo, ma rispettando il DNA di Missoni e tutte le fasi del processo produttivo, dalla natura alle persone. Nella realizzazione delle nostre collezioni la sostenibilità è presente sotto molteplici forme: riportiamo in vita il passato, recuperiamo tessuti mai usati, rielaboriamo stock di stampe, materiali e filati rimasti custoditi per anni, ridiamo loro un nuovo corso, partendo da qualcosa di esistente. Abbiamo già utilizzato 30mila metri di tessuti di stock Missoni, 2500 kg di filati che erano nei magazzini: la sfida era come rendere stimolanti per le donne di oggi tessuti, stampe e colori di un tempo. Dopo cinque collezione i risultati ci stanno premiando e mi fanno ben sperare per il futuro”.
Margherita Missoni ha ricordato anche le numerose collaborazioni avviate proprio pensando alla sostenibilità ambientale e sociale, con Bonotto per esempio, che ha fornito tessuti realizzati con nylon riciclato o con Save the Duck, con cui sono nate capsule di capispalla realizzati con fibre di poliestere riciclate da bottiglie di plastica e imbottitura è 100% animal-free Plumtech. Ma non è tutto: non essendo M una collezione prodotta completamente in Italia, a differenza della prima linea Missoni, Margherita Maccapani Missoni ha deciso di lavorare in Paesi dove potesse portare un contributo concreto per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali, in un’ottica di durata. “Creare nuove opportunità nell’hic et nunc, certo, ma insegnare mestieri e permettere anche alle generazioni che verranno di avere un lavoro e una fonte di sostentamento. In Etiopia per esempio produciamo scarpe da ginnastica, l’alpaca la facciamo in Perù e in Ghana realizziamo borse di paglia grazie al savoir faire in questo tipo di lavorazioni delle comunità locali”.
La sostenibilità del futuro, si è evinto globalmente dagli interventi dei diversi relatori che hanno preso parte all’ ultima tappa di “The age of new visions”, deve essere a 360° e rimare con “fare bene”, non semplicemente con “fare meglio”. Deve imperativamente, nel 2020 e nel futuro, avere un impatto positivo sulla società e sul pianeta.
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