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20 set 2020
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La scarpa italiana al tempo del Covid tra reshoring e investimenti digital

Pubblicato il
20 set 2020

Il Covid si abbatte sulla scarpa italiana, reduce da anni di crisi con volumi produttivi precipitati del 50% nell’ultimo ventennio a causa delle delocalizzazioni verso i Balcani e, in seguito, l'Asia. La fase post-lockdown, con meno viaggi e relazioni, sarà caratterizzata da consumi piatti, mentre il commercio online (in ascesa) stenterà a compensare le perdite. 

@micam


A scattare la fotografia del settore è la società di consulenza di moda e design Italian Way, che ha condotto una ricerca promossa da Assomac su un campione di aziende calzaturiere di vari distretti della Penisola.  
 
Dopo il calo globale dei consumi, il calzaturiero subirà un’ondata di reshoring produttivo verso Italia ed Europa, che colpirà maggiormente le produzioni asiatiche, conseguenza del sentiment sempre più sensibile a tematiche come l’ambiente, l’etica e la tutela della salute.

L’Europa, seppure in frenata, è ancora percepita come l’area più solida e tutelata dalla crisi economica, spiega il report, mentre i mercati maggiormente in difficoltà saranno quello domestico e quello ‘russo allargato’.

Analizzando le linee di business, invece, il virus accentuerà la crisi del wholesale e delle produzioni conto terzi, che risentono delle decisioni operate dai grandi player del lusso.
 
Le collezioni saranno ancora più concentrate, sia in termini di gamma che di uscite flash/capsule, e si risparmierà sulle modalità di presentazione del prodotto, con meno fiere e showroom reali, a tutto vantaggio degli eventi digitali. Parallelamente verranno potenziati i servizi di stock-service su prodotti top-seller e continuativi in modo da rendere meno onerosa e più flessibile la fase di sell-in per gli intermediari distributivi (negozi).
 
Quali strategie dovranno adottare le imprese per affrontare lo scenario futuro? La ricerca di Italian Way parte dall’organizzazione aziendale. L’obiettivo è ritrovare quantità e cercare nuovi mercati e canali distributivi, dopo che le riduzioni dei volumi avranno generato una riduzione della manodopera diretta e un tendenziale consolidamento delle forze commerciali fondamentali.
 
La ricerca pone l’accento anche sulla dotazione tecnologica. Alla riduzione del personale dovrebbe corrispondere un potenziamento della tecnologia di fabbrica con focus su tecnologia 4.0 e sostenibilità ambientale delle lavorazioni.
 
Inoltre, le calzature formali proseguiranno il trend negativo, già iniziato da alcune stagioni, a favore del fenomeno della ‘sneakerizzazione’, notevolmente facilitata dalle nuove modalità di lavoro e di socializzazione (smart-working e videocall).
 
Il sistema di offerta vedrà un mantenimento dei prezzi di vendita, accompagnato dalla riduzione del numero di modelli da presentare nelle collezioni. In termini di campagne vendita verranno conservati i consueti appuntamenti stagionali SS-FW, ma il 96% degli intervistati afferma di voler ridurre la presenza nelle fiere di settore. Infine, a tutela di ulteriori lockdown, l’84% degli interpellati afferma di voler sviluppare uno showroom digitale che possa permettere di lavorare anche in assenza di circolazione di persone.

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