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Ansa
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20 mar 2020
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La ripresa delle attività in Cina fa sperare l'Europa

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Ansa
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20 mar 2020

L'Europa comincia ad avvertire i primi effetti della pandemia di COVID-19 sull'economia del continente, mentre il nuovo coronavirus imperversa in tutto il mondo. Le prospettive delle principali economie europee come Germania, Francia, Regno Unito e Italia sembrano essere peggiorate, visto il timore della popolazione di possibili interruzioni nelle catene di approvvigionamento e per la volatilità sui mercati. Ciononostante, molte aziende del continente registrano note positive dovute al ritorno di un sempre maggiore numero di lavoratori cinesi nelle fabbriche e nelle imprese, comprese quelle finanziate dall'estero, già tornate in attività.


La Federation of German Industries ha avvertito che l'industria tedesca, che già aveva mostrato i primi segnali di fragilità al diffondersi del nuovo coronavirus, è ora "minacciata dalla più lunga recessione dai tempi della riunificazione". La Federazione ha poi sottolineato il collegamento diretto tra la tendenza al ribasso dell'economia e la propagazione dei contagi. "Il coronavirus e la sua diffusione mondiale stanno attualmente avendo il maggiore impatto negativo sullo sviluppo economico in Germania", dimostrando quanto sia "vulnerabile" l'economia tedesca orientata alle esportazioni.

Per quanto riguarda l'Italia, il Paese più colpito d'Europa, gli economisti ritengono che quest'anno la pandemia di Covid-19 ne danneggerà duramente l'economia, rendendo fuori portata l'obiettivo di crescita dello 0,6% annuo. "Dato il contesto, i dati relativi all'intero anno 2019 rappresentano uno sviluppo positivo", ha commentato a Xinhua il professor Massimo Baldini, docente associato di scienza delle finanze all'Università di Modena e Reggio Emilia. "Questo non sarà però sufficiente per permettere all'economia di sopravvivere ai colpi del nuovo coronavirus". "Non conosciamo ancora la portata dell'impatto economico della pandemia, ma sarà significativa", ha spiegato il professor Baldini.

La Banca di Francia ha ridotto le previsioni di crescita economica del Paese per il primo trimestre, abbassandole dallo 0,3% allo 0,1%, a causa della diffusione del virus. L'epidemia, ha spiegato il ministro francese dell'Economia e delle Finanze, Bruno Le Maire, ha già avuto un "grave impatto" sull'economia transalpina, il cui tasso di crescita potrebbe scendere quest'anno sotto l'1% da una precedente previsione dell'1,3%. Il giro d'affari degli hotel e del settore della ristorazione, secondo il ministro, è fortemente diminuito e anche le industrie automobilistica e aeronautica sono state colpite in maniera strutturale.

L'11 marzo, la Banca d'Inghilterra ha tagliato il tasso di interesse di riferimento dallo 0,75% allo 0,25% come parte di un pacchetto di misure per attutire l'impatto economico della pandemia di Covid-19. Sebbene la portata dello shock economico sia profondamente incerta, ha fatto sapere l'istituto centrale britannico, è probabile che le attività si indeboliscano in maniera tangibile nel Regno Unito nei prossimi mesi. Secondo la Banca d'Inghilterra, interruzioni temporanee ma significative delle catene di approvvigionamento e attività più fragili potrebbero rappresentare una vera e propria sfida per i flussi di cassa e aumentare la domanda di credito a breve termine da parte delle famiglie e di capitale circolante da parte delle imprese. Tali difficoltà, ha fatto sapere l'istituto centrale britannico, saranno probabilmente più acute per le piccole imprese.

Mentre l'Europa deve ancora affrontare il picco dei contagi, l'epidemia è stata sostanzialmente contenuta in Cina, dove sempre più aziende, comprese quelle europee operanti nel Paese, stanno riprendendo la produzione industriale in maniera ordinata. Per sostenere ulteriormente la ripresa delle attività delle imprese e dei progetti finanziati dall'estero e stabilizzare gli investimenti stranieri, la Commissione Nazionale cinese per lo Sviluppo e le Riforme ha emanato una circolare che invita le autorità per la regolamentazione delle attività economiche a tutti i livelli a offrire un'assistenza meticolosa e a rispondere attivamente alla domanda di ripresa coordinata del lavoro lungo le varie filiere industriali.

Secondo Jochen Goller, presidente e amministratore delegato di BMW Group per la regione cinese, la riapertura degli uffici della casa automobilistica tedesca in Cina, avvenuta il 3 febbraio, e la ripresa della produzione nel suo stabilimento a partire dal 17 dello stesso mese, sono entrambe buone notizie.

Secondo Fabrice Megarbane, presidente e amministratore delegato di L'Orèal China, già dal 10 febbraio il colosso cosmetico francese ha gradualmente riaperto i propri impianti operativi nel Paese, adottando rigide precauzioni. Circa l'80% di tutti i punti vendita al dettaglio hanno già riaperto, ha spiegato Megarbane, che spera in un progressivo ritorno alla normalità del commercio nel mese di marzo. "Il nostro stabilimento di Yichang, nella provincia dello Hubei, non è ancora completamente operativo, ma abbiamo collaborato con le autorità locali per poterne predisporre il ritorno in attività", ha sottolineato il manager. Secondo Megarbane, oggi il centro di ricerca e innovazione dell'azienda a Shanghai è strettamente collegato ad altri istituti simili in tutto il mondo. "La Cina può fare innovazione per se stessa e per il resto del mondo".

Secondo un gran numero di aziende ed esperti europei, la graduale ripresa della produzione in Cina costituisce un fattore positivo a fronte della pandemia in corso in tutto il mondo. In una recente intervista rilasciata a Xinhua, Achim Haug, un esperto di Cina presso l'agenzia per lo sviluppo economico Germany Trade & Invest, ha spiegato che la ripresa dell'economia cinese rappresenta "un'ottima notizia" per le aziende tedesche. La Cina, ha aggiunto Haug, è il mercato più importante in Asia per le aziende tedesche, mentre il Paese costituisce il terzo maggior mercato in termini di esportazioni per la Germania. "Circa 5.000 aziende tedesche si sono stabilite in Cina e molte hanno avviato la produzione nel Paese", ha aggiunto l'esperto.

Grazie agli stretti legami commerciali instaurati con la Cina, ha invece osservato Mao Xuxin, economista capo del National Institute of Economic & Social Research, un think tank economico di stanza a Londra, si prevede che il Regno Unito e in particolar modo la sua industria manifatturiera trarrà beneficio dalla ripresa dell'economia cinese. Secondo Mao, le principali case automobilistiche britanniche, in particolare Jaguar e Land Rover, possono infatti continuare la propria produzione senza preoccuparsi di possibili carenze nella fornitura di componentistica, proveniente per lo più dalla Cina. Inoltre, ha aggiunto l'esperto, l'azienda bio-farmaceutica con sede a Cambridge, AstraZeneca, dovrebbe registrare un miglioramento delle prospettive finanziarie rispetto alle previsioni di un mese fa, visto che la Cina rappresenta il mercato a più rapida crescita per i farmaci di produzione britannica. Anche il marchio di lusso Burberry Group dovrebbe riaprire i propri negozi in Cina e recuperare in termini di vendite. Secondo Mao inoltre, con la maggior parte dei propri profitti generati in Asia, anche HSBC dovrà affrontare minori disagi e ridurre i costi aggiuntivi causati dall'epidemia.

Secondo Fu Xiaolan, fondatore e direttore del Technology & Management Center for Development dell'Università di Oxford, la ripresa graduale della produzione in Cina è un buon segno, importante non solo per la crescita economica del Paese asiatico, ma vitale anche per la stabilità della catena del valore e del mercato sia in Europa che nel resto del mondo. Il presidente di China Railway Container Transport Europe Logistics Co. Ltd, Wang Dezhan, ha aggiunto che la ripresa delle attività in Cina accelererà gli scambi economici e i flussi di materiale dal Paese verso l'Europa, citando ad esempio i convogli China Railway Express. Durante la pandemia di Covid-19, ha spiegato Wang, i treni svolgeranno un ruolo ancora più importante, poiché operano senza il rischio di una possibile diffusione della malattia tra le persone. "Si tratta di un mezzo di trasporto adeguato per certi materiali urgentemente necessari durante l'epidemia", ha concluso il manager cinese.

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