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Reuters
Pubblicato il
2 apr 2013
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La pelle, nuova sfida strategica nel settore del lusso

Di
Reuters
Pubblicato il
2 apr 2013

Dopo i componenti degli orologi, ora ai gruppi del lusso interessa la pelle di prima qualità nella corsa ad assicurarsi forniture più comode e garantite. Il boom delle vendite di borse di lusso nel mondo provoca delle tensioni sulla domanda di pelle di grande qualità.

Borsa "Garden Party" di Hermès


Comprando i loro fornitori, a volte totalmente, i marchi si assicurano forniture prioritarie di bellissime pelli, apprezzate per la loro rarità (le pelli esotiche), per la finezza della loro grana o per la loro assenza di difetti (le pelli di vitello o di agnello).

Kering-PPR (Gucci, Bottega Veneta, Saint Laurent), già proprietario della maggioranza del capitale dell'italiana Caravel, ha annunciato l'acquisizione di una quota di maggioranza nella società France Croco, una delle principali pelletterie francesi specializzate nel trattamento delle pelli di coccodrillo.

All'inizio dell'anno, Hermès, già autosufficiente nei pellami esotici con quattro siti controllati, in Francia, negli Stati Uniti e in Italia, ne ha aggiunto un altro comprando la pelletteria dell'Ardèche di Annonay, una delle sue fornitrici storiche di pelli di vitello di alta gamma.

LVMH (Louis Vuitton, Fendi, Céline) ha acquistato nella primavera 2012 le concerie Roux, nella regione della Drôme, specializzate in pelle di vitello. A fine 2011, il gruppo aveva già acquisito una partecipazione maggioritaria nella società di Singapore Heng Long International, una delle più grandi concerie di pelli di coccodrillo del mondo, all'epoca valutata 92 milioni di euro.

“I pellami, esotici o meno, sono diventati preziosi come i componenti degli orologi”, rileva Marc Willaume, analista di Raymond James. E la tendenza potrebbe non fermarsi qua, spostandosi però verso il cuoio più tradizionale.

"Andremo dove sarà necessario andare per assicurare l'unicità dei nostri oggetti", ha sottolineato Patrick Thomas, responsabile della direzione di Hermès, in occasione della presentazione dei risultati annuali del sellaio. Il tasso di auto-approvvigionamento di Hermès in pelli bovine, oggi inferiore al 10%, crescerà sensibilmente grazie alla sua ultima acquisizione.

La pelletteria di lusso utilizza pelle senza difetti, graffi o macchie. In Francia in particolare sono le pelli più lisce ad essere ricercate, mentre altrove alcuni difetti abbastanza spesso sono apprezzati per l'aspetto più autentico e naturale che garantiscono.

Tra una domanda sempre più crescente e il calo del consumo di carne (che determina le quantità di pelli ricavate), crescono quindi le pressioni sull'offerta e i prezzi salgono. Secondo Patrick Thomas, l'incremento va dal 4% al 6% all'anno sulle pelli di fascia alta, escludendo gli effetti valutari che incidono sulle pelli esotiche importate.

Quindi, secondo il Centro Nazionale del Cuoio, sarebbe possibile portare dall'odierno meno del 10% a circa il 30% la percentuale di pelli di qualità superiore nel totale della produzione di pelle di vitello.

Per arrivare a queste percentuali bisognerebbe rendere obbligatoria la vaccinazione degli animali contro la tigna, diffondere le pratiche migliori in materia di allevamento e prendere le precauzioni necessarie durante il trasporto e lo scuoiamento degli animali. Oggi circa il 76% delle pelli grezze francesi viene esportato, principalmente verso l'Italia, che conta per il 70% sul valore esportato.

La Francia, che possiede 20 concerie (trattamento delle pelli bovine) e 27 industrie conciarie del cuoio (per ovini e pelli esotiche), rivendica una posizione di leadership nel trattamento delle pelli di vitello e in quello dei pellami preziosi (coccodrillo, alligatore, lucertola, serpente, struzzo), le più apprezzate dal settore del lusso.

Il fatturato combinato di questa filiera, che dà lavoro a 1.500 persone in Francia, è cresciuto del 29% nel 2011, per raggiungere i 363 milioni di euro.

Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Reuters

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