20 gen 2009
La moda spagnola cura la sua immagine con delle "Ambasciate di Moda"
20 gen 2009
Sostenuta dalla Federacion Espanola de Empresas de Confeccion (Federazione Spagnola delle Imprese di Confezioni, Fedecon), l’industria tessile spagnola valica le sue frontiere.
Desiderosa di mostrare all’Europa, specialmente alla Francia e all’Italia, che possiede anche lei una posizione di rilievo nel panorama mondiale della moda, la Spagna ha annunciato un progetto dal nome “le ambasciate della moda spagnola”. Esso consiste nel creare all'estero, più precisamente in Messico, Russia, Polonia e negli Emirati Arabi, degli spazi di promozione simili a negozi multibrand che accolgano griffe iberiche.
Il budget è pari a 1 milione di euro per ogni "ambasciata". Un investimento che il presidente di Fedecon, Angel Ascensio, giudica indispensabile per rilanciare l’industria iberica del settore. Egli ha inoltre affermato: “Siamo uno dei rari settori capaci di creare un’immagine di marchio e di veicolarla attraverso il paese”.
Ospite del Bread&Butter e dei suoi 95000 visitatori, paese d’origine di giganti dell’abbigliamento come Zara o Mango, la Spagna ha saputo guadagnare in pochi anni il rispetto del mondo della moda col suo dinamismo e la varietà delle sue iniziative.
Grazie a questo, malgrado un rallentamento della sua economia nel 2008, è fautrice del 5% della produzione europea del tessile in valore, esportando verso la Francia circa 699 milioni di euro in tessile-abbigliamento e importando dalla Francia 1,4 miliardi di euro negli stessi settori nel 2007.
Ma la crisi si è fatta sentire per tutti e le cifre più recenti si rivelano preoccupanti. La penisola iberica conosce attualmente una riduzione della sua produzione tessile del 22,6% contro il –2,9% di un anno fa. La sua produzione di abbigliamento ha un calo del 14,9% contro il –13,4 dell’anno scorso.
Una cosa pare certa: l’industria spagnola della moda sembra più che mai motivata a guadagnarsi una posizione sulla cresta dell'onda e dimostrare ai suoi vicini il proprio peso nell'universo del fashion.
Di Elena Passeri (Fonte: Julie Mangaud)
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