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Ansa
Pubblicato il
27 ott 2008
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La moda sceglie i suoi testimonial in campo

Di
Ansa
Pubblicato il
27 ott 2008

(ANSA) - MILANO, 23 OTT - In principio fu Giancarlo Antognoni che, nel 1974, si mise in posa per la Facis e la sua linea 'Ventanni'. Negli anni i calciatori sono diventati sempre più star anche fuori dai campi da calcio, scatenando così la corsa al miglior testimonial.


David Beckam per Armani

Il principe dei contratti oggi è David Beckham, bello come un modello e modaiolo come la moglie 'Posh'. Ma gli assi del pallone non si accontentano solo di mostrare addominali tonici e polpacci scolpiti: in diversi hanno deciso di sfruttare da soli il proprio nome come brand, creando imprese di successo quali la 'Sweet years' lanciata da Vieri e Maldini.

Sempre Vieri, insieme a Christian Brocchi, dopo aver aperto a Milano il locale 'Baci e abbracci', ha replicato il successo del club con l'omonimo sportswear. Lo stesso Beckham, testimonial dell'abbigliamento intimo firmato Armani e titolare di un modello di giacca, sempre firmata da 're Giorgio', che porta il suo nome, nonché volto dell'Oreal, ha pure lanciato una linea di abbigliamento con Adidas.

Furbo anche Ronaldinho, che ha varato una collezione per Nike. Pure il giovane fenomeno dell'Inter Mario Balotelli ha lanciato la linea di abbigliamento 'Smb (Super Mario Balotelli) De Kuba' di cui è il volto. Un testimonial azzeccato può persino cambiare l'immagine di un marchio, come ha dimostrato lo stilista americano Tommy Hilfiger che, per togliersi di dosso la nomea di brand da rapper, ha scelto come sponsor della sua collezione uomo haute-de-gamme il francese Thierry Henry.

E Fabio Cannavaro ha assai contribuito al rilancio del marchio Harmont and Blaine. Per 'arrotondare' i compensi della serie A, i calciatori non esitano nemmeno a mettersi in mutande. Sembrano passati secoli da quando il portiere argentino Sergio Goycochea, dopo i Mondiali del '90, fece gridare allo scandalo posando come modello per la marca di intimo Eyelit.

Oggi, invece, gli stilisti fanno il casting per l'intimo negli spogliatoi: Blasi, Cannavaro, Gattuso, Pirlo e Zambrotta sono finiti in mutande prima dei Mondiali grazie a Dolce e Gabbana. E Dirk Bikkembergs - che ha costruito il suo successo proprio sul binomio moda-calcio, tanto che è persino titolare dell'AC Fossombrone - alla stazione Leopolda di Firenze ha dato vita a un'istallazione di arte contemporanea, mettendo in slip 100 divi del pallone.

La squadra più amata dalla moda sembra il Milan, vestito da Dolce e Gabbana, che gli hanno anche dedicato il libro 'Milan Family', collage fotografico dove giocatori e dirigenti rossoneri sono stati immortalati in una serie di scatti privati. Anche Armani lega da anni il suo nome ai rossoneri Kakà e Shevchenko, suo partner nell'apertura di alcuni store in Ucraina.

Se re Giorgio veste anche il Chelsea, Dolce e Gabbana hanno l'onore di disegnare le divise azzurre. Se i calciatori scalciano a bordo passerella, gli allenatori non stanno certo in panchina: il campione del mondo Marcello Lippi è testimonial per Facis, mentre il ct della nazionale inglese Fabio Capello è entrato nella top ten dell'eleganza della rivista americana Esquire insieme a Lapo Elkann.

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