11 mar 2020
La moda 'resta a casa' per arginare l’epidemia
11 mar 2020
La moda 'resta a casa' per arginare l’epidemia di Covid-19 in Italia. L’elenco delle aziende che scelgono di chiudere le attività commerciali nella Penisola è in continua evoluzione e conta sempre nuovi nomi, tra cui big come Coin, Trussardi, Liu Jo, Rinascente e Benetton.

Coin ha annunciato la chiusura temporanea dell’headquarter e di tutti i punti vendita italiani. L’interruzione durerà 11 giorni con efficacia dal 12 marzo, mentre dal giorno successivo chiuderà i battenti anche la sede centrale di Mestre, in provincia di Venezia.
Un atto di responsabilità, lo ha definito il presidente Giorgio Rossi, per garantire “a 3.000 collaboratori e clienti i massimi standard di sicurezza e salubrità nel corso di una delle crisi sanitarie più difficili che il nostro Paese abbia mai dovuto affrontare”. La catena è presente nello Stivale con 50 negozi diretti a insegne Coin, Coin Excelsior, Coincasa e punti vendita outlet.
Saracinesche abbassate fino al 3 aprile anche per i 9 punti vendita Rinascente, mentre Benetton Group mette in 'quarantena' il retail domestico per due settimane a partire dal 12 marzo. Di fronte all’aumento del numero dei casi di contagio su tutto il territorio nazionale, optano per lo stop Fratelli Rossetti e il marchio di borse Coccinelle, che ha lanciato una campagna di raccolta fondi, i cui proventi saranno devoluti a supporto degli ospedali. Boutique a porte chiuse sul territorio nazionale anche per la carpigiana Liu Jo. “La situazione eccezionale ci porta oggi a dover agire diversamente e con lungimiranza”, ricorda il patron Marco Marchi.
Sulla stessa linea anche il marchio del Levriero, che – spiega una nota – ha sospeso “tutte le attività commerciali in Italia fino a quando l’attuale contingenza lo richiederà”. La decisione riguarda tutte le insegne del gruppo, inclusi il Ristorante Trussardi alla Scala di Milano e il Café Trussardi di Piazza della Scala. Via libera, poi, allo smart working in casa Trussardi, che “mira a garantire la continuità delle attività principali e la salute dei dipendenti”.
Dall’11 marzo sono rimasti a casa anche i dipendenti dei 150 negozi italiani Luisa Spagnoli. “Gli imprenditori devono adattarsi senza esitazioni ai nuovi modelli imposti”, commenta Nicoletta Spagnoli, AD e presidente della Luisa Spagnoli SpA, “affrontando in prima persona l’emergenza, cercando di adottare tutte le misure contingenti necessarie, anche le più difficili”.
In pausa, fino a quando la situazione lo richiederà, anche il Gruppo Miroglio (Motivi, Oltre, Fiorella Rubino, Elena Mirò e Caractère) e Boggi titolari, rispettivamente, di 900 e 68 punti vendita nella Penisola. Una serrata generale per il mondo moda iniziata con Calzedonia il 9 marzo e proseguita con Capri Group (Alcott), Armani, Kiko, Geox, Zuiki e Decathlon.
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