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23 ago 2020
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La moda italiana verso un crollo di un terzo dei ricavi nel 2020

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Ansa
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23 ago 2020

"È una catastrofe economica senza precedenti", afferma Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda, di fronte ai risultati della seconda Indagine Congiunturale sul Tessile Moda e Accessorio, che fotografano anche nel secondo trimestre del 2020 un settore in forte difficoltà con oltre l'86% delle imprese che ha subito un calo di fatturato nel secondo trimestre superiore al 20%. E per il futuro le cose non promettono bene: la flessione media annua è prevista al -32,5% rispetto al dato 2019, ovvero 30,3 miliardi di euro in meno.

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La Federazione che riunisce le associazioni delle oltre 67mila imprese che occupano più di 580 mila lavoratori nel comparto tessile, moda e accessorio, nel mese di luglio ha svolto un'indagine su un campione di 320 aziende per cogliere l'impatto della pandemia.

Tra aprile e giugno il 96% del campione ha accusato una flessione del fatturato e solo il 10% ha contenuto il calo entro il -20%. Sulla base dei risultati aziendali, il fatturato del secondo trimestre è stimato in calo del 39%. Il 93% delle aziende a campione ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.

Nel 54% dei casi tale strumento ha interessato oltre l'80% dei dipendenti totali dell'azienda, mentre solo nel 6% dei casi gli addetti coinvolti non superano il 20% del totale. Il 55% ha, peraltro, anticipato la Cig al proprio personale.

Solo il 4% ha registrato ordini invariati o in crescita, mentre il 5% ha contenuto il calo entro il -10%. La restante parte accusa cali superiori e il 20% ha subito un crollo superiore al 70%. La flessione media degli ordinativi risulta pari al -37,3%, mentre nel primo trimestre era stata del -40,5%.

Il 76% delle aziende prevede di rivedere al ribasso gli investimenti in programma, in particolare su fiere, impianti, assunzione di personale anche perché il 47% ha una quota di insoluti relativa a merce già consegnata superiore al 20%.

Sul fronte export, secondo il 61%, nessun mercato risulta ripartito. Il 39% segnala invece un certo dinamismo da parte di Germania, Francia, Cina, Corea del Sud, Giappone, Russia.

Per quanto riguarda la seconda parte dell'anno, solo il 7% del campione prevede di contenere la flessione tra il -1% e il -10%, il 13% prospetta un calo tra il -10% e il -20%, ma è il 51% delle aziende a temere una chiusura tra il -20 e il -50%. E un ulteriore 19% teme cali tra il -50 e il -70%.

Una situazione che "rischia di cancellare interi pezzi della nostra filiera, unica al mondo" commenta Marcolin, spiegando che "è una stima preliminare, ma gli effetti della pandemia sui bilanci e sull'occupazione saranno devastanti. Siamo il secondo più importante settore manifatturiero in Italia e il primo contributore positivo alla bilancia commerciale. Dobbiamo fare ancor più sistema e insieme ripartire".

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