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7 set 2022
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La moda italiana segna il record di giro d'affari degli ultimi 20 anni

Di
Ansa
Pubblicato il
7 set 2022

Il settore moda segna nel 2022 il suo fatturato più alto degli ultimi vent'anni. Lo ha spiegato il presidente di Camera nazionale della moda Italiana, Carlo Capasa, nel corso della presentazione del calendario della Milano Fashion Week che si terrà dal 20 al 26 settembre. "Il 2022 vede il fatturato più alto della moda da vent'anni”, ha detto il numero uno di Cnmi. “Un dato importante per una prima metà dell'anno straordinaria, ora pensiamo di scontare un po' il problema dell'aumento dei costi dell'energia".

La sfilata Zegna - @cameramoda


La crescita del fatturato, secondo i dati della Camera nazionale della moda, nel 1° semestre è stata "straordinaria" (+25%), simile a quella del 1° semestre 2021, quando si verificò il rimbalzo dai livelli depressi del momento peggiore della crisi Covid. In parte, la crescita del fatturato è stata sostenuta dalla ripresa dei prezzi, spinta dai costi di energia e materie prime. Il fatturato è però cresciuto di oltre il 18% anche al netto dell'aumento dei prezzi, risalendo ai livelli precedenti alla crisi finanziaria del 2008. Le attese per la seconda parte dell'anno sono per un rallentamento, che nel quarto trimestre potrebbe tradursi, in assenza di interventi di contenimento dell'inflazione energetica, in un segno negativo. Le attese per il 3° trimestre non sono negative e un moderato segno positivo non è improbabile. L'andamento del 4° è invece estremamente incerto.

Sul fronte dell'export, nei primi 5 mesi è cresciuto sensibilmente (+21.9% per la moda. +30,2% nei settori collegati). I mercati degli Usa e della Corea del Sud sono stati i più dinamici. È stato invece forte il rallentamento verso la Cina e verso la Russia si è avuto nei 5 mesi un vero crollo (-26% nella moda, -68% nei gioielli, -23% per la bigiotteria e -56% negli occhiali).

"L'impatto della crisi energetica è importante sulla moda perchè tutta la filiera a monte è energivora, per fare un tessuto o una borsa ci vogliono materie prime che consumano moltissima energia", specifica il presidente Capasa. "L'impatto del costo dell'energia sul prodotto era del 10% e adesso è schizzato almeno al 30%”, ha aggiunto. “I listini non si possono ritoccare all'infinito e questo pone le aziende nella condizione difficile di chiedersi quanto vale la pena produrre". Per questo "auspichiamo una presa di posizione forte" da parte del governo "e ci aspettiamo che quella parte energivora venga favorita rispetto al costo dell'energia. Chi meglio del nostro governo attuale può mettere in atto queste misure?”, ha concluso. “Mi auguro che siano dati al governo che sarà eletto tutti i poteri straordinari per intervenire, perché abbiamo bisogno di misure drastiche sul fronte dell'energia".

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