15 feb 2020
La moda italiana corre verso gli 80 miliardi nel 2021
15 feb 2020
La moda italiana mostra i muscoli nel 2018 con 71,7 miliardi di euro di fatturato (+3,4% sul 2017) e viaggia verso gli 80 miliardi nel 2021. Nel quinquennio 2014-18, il settore ha incrementato le vendite del +22,5%, facendo il pieno di utili a 3,7 miliardi (+25,2%). A scattare la fotografia è il report dall’Area Studi di Mediobanca, che ha analizzato un campione di 173 aziende italiane di moda con oltre 100 milioni di euro di giro d’affari nel 2018.
L'abbigliamento è la prima categoria merceologica con il 42,6% dei ricavi aggregati, seguito da pelletteria (23,1%) e occhialeria (15,6%). La gioielleria corre più veloce (+10,9% nel periodo 2014-2018), davanti a cuoio e calzature (+6,2%), tessile (+5,7%), distribuzione (+4,9%), abbigliamento (+4,5%) e occhialeria (+3,7%).
La moda domestica fa sempre più gola ai grandi gruppi stranieri che, nel 2018, controllavano 70 aziende del campione e il 34,7% del fatturato aggregato (contro il 23,9% del 2014); di questo, il 14,2% faceva capo a francesi, tra cui spiccano LVMH e Kering, entrambi con una quota del 5,4%.
Premiante la via della Borsa, intrapresa da 15 aziende del campione che, da sole, determinano il 29% del fatturato aggregato, con un ebit margin dell’11,5%, sopra la media del comparto (6,8%). Tra le quotate, le società con una famiglia come azionista di maggioranza registrano l’ebit margin migliore (13,4%) e si mostrano più propense all’export, con una quota dell’86,1%.
La moda Made in Italy incide per l’1,2% sul PIL nazionale (contro l’1,1% del 2014) e si conferma un settore a forte vocazione internazionale, realizzando il 72,2% delle vendite all’estero, ben sopra la quota della manifattura italiana (58,3%). In testa l’occhialeria, che esporta l’89,6% del suo fatturato. Cresce anche l’occupazione, con 45.300 nuovi addetti (+14,1% sul 2014 e +1,7% sul 2017), per una forza lavoro totale di 366mila unità.
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