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17 ott 2019
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La moda italiana a Bruxelles denuncia i danni della contraffazione

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Ansa
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17 ott 2019

"La contraffazione colpisce le aziende e genera fatturato illegalmente, alimentando un giro malavitoso" e per questo "deve essere affrontata a livello nazionale e europeo". Così Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda a margine dell'evento di presentazione a Bruxelles della pubblicazione "Making IT- Fitting the Future" di Deloitte e Scuola Holden che ha raccolto le esperienze di 25 imprenditori per raccontare l'industria della moda Made in Italy e le sfide del futuro.

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Tra queste sicuramente l'acquisizione di grandi marchi italiani da parte di gruppi esteri. "Non siamo preoccupati perché le acquisizioni di gruppi europei e francesi hanno portato beneficio alle dimensioni aziendali sui territori creando occupazione e innovazione. Bottega Veneta e Gucci non sono andate a produrre in Cina", ha commentato Marenzi ricordando che ciò che può rappresentare un problema per le imprese è piuttosto la delocalizzazione, cioè "quando portano via il nostro know-how". Le conoscenze e le capacità delle maestranze sono infatti un valore aggiunto frutto di anni di lavoro, un fattore fondamentale per il successo delle aziende italiane.

I lavori della conferenza sono stati preceduti da una cena presso l'Ambasciata italiana a Bruxelles organizzata dall'ambasciatrice Elena Basile alla presenza del Senatore a vita ed ex-presidente del Consiglio Mario Monti, il presidente di Confindustria Moda Claudio Marenzi, il presidente di Deloitte Central Mediterranean Gianmario Crescentino, il presidente e CEO di Deloitte Italia Fabio Pompei, gli europarlamentari Irene Tinagli, Simona Bonafè, Massimiliano Salini e il direttore generale della Direzione Connect della Commissione europea Roberto Viola.

Secondo la pubblicazione presentata nel corso di una conferenza svoltasi al Parlamento Europeo, nel 2018 il fatturato dell'intero settore tessile, moda e accessorio (TMA) ha raggiunto i 95,5 miliardi di euro e registrato un saldo della bilancia commerciale positivo per oltre 28 miliardi. Inoltre, in Europa, il comparto moda italiano genera il 34% del valore aggiunto e occupa un quinto dei lavoratori dell'eurozona (22%).

Tra le istanze che Confindustria Moda ha portato all'attenzione della platea internazionale riunitasi per l'occasione, ci sono, oltre alla lotta alla contraffazione, la protezione del Made in Italy e della proprietà intellettuale, nonché la reciprocità. "Importiamo facilmente dalla Cina, mentre l'esportazione verso l'Asia è problematica", ha spiegato Marenzi. Tra le problematiche da affrontare anche i "mass market", mercati di massa, che sfruttano e copiano modelli identici a quelli fatti in Italia producendoli fuori dall'Europa a prezzi stracciati. "Le piccole imprese artigiane”, ha concluso Marenzi, “che hanno tempi di produzione più lunghi vengono derubate della propria originalità".

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