5 mar 2019
La moda e le calzature made in Italy volano in Kazakistan e Ucraina
5 mar 2019
Assocalzaturifici ed EMI portano il made in Italy nella CSI, con i due appuntamenti “La Moda Italiana@Almaty”, dal 5 al 7 marzo in Kazakistan, e “La Moda Italiana@Kiev”, dall’11 al 12 marzo in Ucraina.
Ad Almaty, 45 marchi italiani saranno presenti all’interno del Dom Priemov per presentare le proprie creazioni a una selezione di buyer provenienti da tutta l’Asia Centrale, grazie al contributo di ICE Agenzia; attesi anche “buyer provenienti dall’Uzbekistan, un Paese che sta vivendo una considerevole crescita dei consumi (il prezzo medio al paio supera i 100 euro) ed è in piena fase di apertura agli investimenti stranieri e dalle altre repubbliche centro-asiatiche del Tagikistan e Kirghizistan”, ha precisato Marino Fabiani, consigliere responsabile per le attività della CSI di Assocalzaturifici.
Il Kazakistan rappresenta il secondo mercato dell’area per PIL, dopo la Russia. Nei primi dieci mesi del 2018 l’Italia vi ha esportato 328mila paia di scarpe per un valore di 22,4 milioni di euro registrando un incremento del 3,5% in quantità.
A Kiev saranno 24 le aziende italiane presenti presso l’Hotel Intercontinental; attesi circa 130 buyer. Nonostante il momento di difficoltà, l’Ucraina continua a rappresentare un mercato importante per l’intero comparto moda: nei primi dieci mesi del 2018 le esportazioni di calzature italiane verso questo mercato sono state di 42 milioni di euro, in calo del -1,5% in quantità e del -2% in valore.
“L’Ucraina sta riacquistando una certa stabilità e, dopo la Russia, è il mercato più importante per le vendite di calzature made in Italy in Europa orientale”, prosegue Fabiani. “La tenuta della valuta ha permesso nell’ultimo anno di recuperare, sebbene parzialmente, i volumi persi con la crisi politica ed economica del biennio 2014-15”.
Sul fronte abbigliamento, l’export italiano ha registrato nei primi 8 mesi del 2018 una crescita del 4% verso il Kazakistan, per un valore complessivo di 38,8 milioni di euro. Nello stesso periodo, il mercato ucraino è aumentato del +3,5%, arrivando a 87,5 milioni di euro e confermando la sua posizione di secondo mercato per importanza nell’area della CSI dopo la Russia.
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