La moda è il grande perdente del contenimento, afferma Eurostat
Impegnata nel fornire ogni mese un panorama delle attività di vendita al dettaglio in Europa, l'agenzia statistica Eurostat ha appena pubblicato il proprio bilancio per il mese di marzo, annunciando il calo più consistente mai registrato in 20 anni di esistenza del suo indice. Ovvero un calo del 9,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, considerando tutti i settori combinati insieme, con il contenimento che è iniziato solo a metà o alla fine del mese, a seconda della nazione.

A causa delle misure restrittive adottate per limitare la diffusione del coronavirus, queste cifre mostrano situazioni contrastanti a seconda del campo d’attività: il food (+8,3%) è riuscito a stare fuori dai problemi, mentre il settore della moda è precipitato.
L’universo tessile-abbigliamento-calzature ha visto le proprie vendite scendere del 41,7% in marzo sul Vecchio Continente rispetto a marzo 2019. Si tratta del calo maggiore tra le rilevazioni di Eurostat, mentre ad esempio i settori dell'arredamento e delle apparecchiature elettriche (-15,6%) oppure dell’informatica e dei libri (-14,3%) hanno resistito un po’ meglio.
Se osserviamo la diminuzione delle vendite al dettaglio a seconda del Paese, emerge che la Francia è stata il mercato più colpito a marzo (-16%), appena davanti alla Slovenia (-15,1%) e alla Bulgaria (-14,6%). La Germania (-3,1%) e il Regno Unito (-4%) hanno limitato i danni, mentre sono stati addirittura registrati piccoli aumenti in Ungheria (+3,5%), in Romania (+3,1%) e in Irlanda (+3%).
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