AFP
Gianluca Bolelli
2 feb 2021
La moda britannica teme di essere “spazzata via” dalla Brexit
AFP
Gianluca Bolelli
2 feb 2021
In una lettera aperta pubblicata dall'organismo Fashion Roundtable, il mondo della moda britannico avverte il governo che il settore rischia di essere “decimato” a causa della Brexit.

Il tessile-abbigliamento, “industria che contribuisce con 35 miliardi di euro al PIL del Regno Unito e impiega quasi un milione di persone”, “rischia di essere decimato dall'accordo per la Brexit e dall'attuale politica del governo”, avverte la lettera, indirizzata al primo ministro Boris Johnson, nonché ai suoi ministri della cultura, dell'industria e dell’interno.
L'accordo che è stato raggiunto con l’Unione Europea “lascia un vuoto dove si dovrebbe trovare la libera circolazione di beni e servizi per tutti i creativi, compresi quelli dei settori della moda e del tessile, che era stata promessa”, sostengono i firmatari, 400 secondo il Financial Times, tra i quali figurano le modelle Twiggy e Yasmin Le Bon.
Il settore contribuisce maggiormente al PIL del Regno Unito rispetto alle industrie della pesca, della musica, del cinema e dell'auto messe insieme, dice la lettera.
Sottolineando che l'UE rappresenta il principale partner, sia per l'import che per l'export, il mondo della moda denuncia ritardi e “montagne di scartoffie” indotti dalle nuove regole, chiedendo dunque al governo di adottare misure di sostegno e sgravi fiscali.

Prima delle personalità dell’universo della moda, molte star della musica britannica hanno recentemente accusato il governo di avere deluso e “abbandonato in modo vergognoso” i musicisti, che non possono più muoversi liberamente nell'Unione Europea per le loro tournée a causa della Brexit.
La moda, la musica e molti altri settori risentono della necessità, imposta dalla fine della libera circolazione tra l'UE e il Regno Unito, di ottenere visti individuali, che comportano, tra l'altro, costi aggiuntivi.
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