11 mag 2023
La moda baby italiana accusa il colpo: l’export cala del 6,2%
11 mag 2023
Dopo un 2021 in crescita del 18,8%, le esportazioni di abbigliamento italiano per neonati hanno subito lo scorso anno una flessione del 6,2%, a 159,6 milioni di euro, secondo le elaborazioni effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda per SMI.
Sia l’export verso i Paesi UE (54,9% del totale) che extra UE ha conosciuto performance negative, con decrementi, rispettivamente, del -7,2% e -5%.
Svizzera, Spagna e Francia, primi tre Paesi di destinazione per la moda bebè italiana, sono scese rispettivamente del -4,9%, del -7,1% e del -5,6%. La Germania, al quarto posto, è invece in controtendenza con un +8,1%. Seguono Regno Unito (-5,6%), Romania (-26,4%) e Grecia (-19,2%). Gli Emirati Arabi, cresciuti di oltre il +113% nel 2021, hanno perso il -35,4% nel 2022. Bene anche Paesi Bassi e Polonia, saliti rispettivamente del +26,6% e del +51,5%.
In controtendenza come la Germania anche gli Stati Uniti (+26,6%), saliti in ottava posizione, e la Corea del Sud (+17,0%); risultato sorprendente per la Russia, per anni primo mercato di sbocco del childrenswear italiano, che nonostante il conflitto ancora in corso ha conosciuto una dinamica favorevole (+6,9%).
Le importazioni dall’estero in Italia hanno registrato un aumento del +34,8%, con trend positivi per tutti i primi 15 Paesi fornitori: la Cina si conferma il primo supplier con un’incidenza sul totale pari al 21,5% e una variazione positiva del +30,6%; la Spagna, secondo Paese di approvvigionamento, guadagna il +52,7%; segue il Bangladesh, con una crescita del +36,7%. Al quarto posto troviamo la Francia, in aumento del +13,0%, davanti all’India, che archivia un +35%.
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