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Ansa
Pubblicato il
2 gen 2015
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La maledizione dello shopping compulsivo

Di
Ansa
Pubblicato il
2 gen 2015

Sarebbe facile, in questi giorni di corsa ai regali, pensare all'amore per lo shopping di Sophie Kinsella o agli armadi strapieni delle donne di Sex and the city, ma la storia di questa giapponese plagiata dalla moda e spinta a compere compulsive inseguendo griffe costose è un'altra cosa. Un romanzo ben scritto e utile da leggere in un periodo di commercializzazione sfrenata, in nome di un Natale del tutto snaturato, fatto di pacchi dalle carte luccicanti posti in casa accanto al presepe col bambinello nudo nella mangiatoia di una stalla.

Foto: Ansa


Queste confessioni non ci raccontano con superficialità una sorta di allegro gioco sociale, con qualche eccesso, che serve a socializzare e sentirsi a posto davanti agli altri, alle amiche complici, ma la vicenda quasi noir di una donna vera, di Kayo, una seducente e bella madame Bovary di Tokyo che per noia esistenziale e coniugale si dedica allo shopping oltre ogni misura, che precipita, risorge, sprofonda e lotta per darsi una dignità che sente perduta e scivolarle tra le mani. Insomma un romanzo il cui titolo originale era 'My beautiful shadow' (La mia meravigliosa ombra), un racconto, potremmo dire, sull'avere e sull'essere come tema del nostro mondo oggi, più psicologico e sociale tutto al femminile, ma senza essere didascalico o noioso, che anzi, con i suoi colpi di scena, oltre a un certo sapore per noi esotico, riesce a farsi leggere volentieri sino alla fine.

Kayo, che attira gli uomini grazie alla bellezza dei propri seni grandi come pompelmi e così ha conquistato anche il marito che lavora per una banca americana ed è destinato a un'ottima carriera, ha un'amica, Tomoko, sexy e sofisticata, sempre a la page come lei pensa non potrà mai essere. Dopo averla persa di vista la ritrova per caso e scopre che è diventata una top model ricca e stupenda che prende a cuore il caso della sua amica e, con le sue conoscenze e possibilità economiche, la riveste da capo a piedi tutta griffata. La annoiata e insicura signora scopre così di provar piacere a andare per negozi, a farsi bella, a farsi vedere spendere, tanto che pian piano tutto questo diventa per lei una necessità, una ragione quotidiana di vita ("lo shopping sembrava le riempisse l'anima"). Racconta allora di essere entrata a fra parte di un club esclusivo, segreto, i cui membri non si conoscono ma si riconoscono per strada e nei negozi ("le mie sorelle le riconosco al primo sguardo.... La nostra bellezza vive sui nostri corpi"), un club costossissimo da frequentare, molto più del più esclusivo club di golf della città.

Ma se questo percorso la porta socialmente in salita, a essere accetta nelle case ricche e esclusive di Tokyo, dall'altra va in discesa inesorabilmente, sinché proprio ogni cosa precipita, Kayo si ritrova indebitatissima, in mano agli strozzini, e, prima che tutto crolli, il marito la scopra, le nuove amiche la respingano, decide di darsi da fare per far soldi e l'unica via che le si presenta è quella più antica e nota. "Quando una persona si rende conto di essere disposta a fare qualsiasi cosa per i soldi, allora si avvia davvero a essere libera. E allora diventiamo noi stessi come i quattrini, o come i fiori di loto: puri e bellissimi, ma con i piedi saldamenti piantati nel fango". Ma è solo una tappa di questa altalena esistenziale e malinconica, dolorosa e elegante presa di coscienza che non vogliamo rivelare nei suoi sviluppi, nel suo fondere mode e marchi occidentali col fascino e l'aristocrazia dell'antico Giappone, tra un sandalo di Louis Vuitton e un giardino zen.

L'autrice conosce bene questo modo d'essere femminile e come si esplicita. Indiana, ha studiato in America e a Parigi, quindi è vissuta sei anni col marito a Tokyo e ora si è trasferita a Pechino, tutti luoghi dove l'ombra dell'occidente consumista di questi tempi si fa più forte e concreta.

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