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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
30 apr 2019
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La maison Sonia Rykiel è in amministrazione controllata e cerca un acquirente

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
30 apr 2019

La griffe di abbigliamento prêt-à-porter Sonia Rykiel, comprata nel 2012 dalla famiglia Fung, da Jean-Marc Loubier e dal fondo di Singapore Temasek riuniti sotto l’entità First Heritage Brands, ha chiesto di essere posta in amministrazione controllata per andare alla ricerca di un compratore, ha indicato martedì una fonte prossima alla vicenda, confermando le informazioni del quotidiano Les Echos. Il tribunale ha concesso questa richiesta martedì a mezzogiorno, ha potuto confermare FashionNetwork.com.

Sonia Rykiel - Primavera-Estate 2019 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


Un periodo di risanamento della durata di due mesi, secondo le nostre informazioni. Due mesi durante i quali un amministratore giudiziario dovrà cercare possibili acquirenti per massimizzare il numero di offerte e la loro qualità. In difficoltà finanziarie da diversi anni, il collocamento in amministrazione controllata ha in effetti lo scopo di permettere a Sonia Rykiel di proseguire l’attività nell’attesa di trovare un acquirente, cosa che non è riuscita a fare da sola.
 
La maison Sonia Rykiel conta circa 150 dipendenti, che stanno aspettando di sapere se questa amministrazione controllata renderà possibile concretizzare una o più delle manifestazioni d’interesse ricevute negli ultimi mesi.

Nel 2012, la casa di moda – una delle ultime ancora indipendenti in Francia – aveva deciso di cedere l’80% del proprio capitale al fondo d’investimento cinese Fung Brands, holding della famiglia Fung di Hong Kong. Il gruppo First Heritage Brands, nato dalla salita fino al 100% del capitale all'inizio del 2016, al quale sono associati anche Jean-Marc Loubier, suo dirigente, e il fondo di Singapore Temasek, possiede anche il marchio belga di pelletteria di lusso Delvaux. First Heritage Brands avrebbe investito quasi 200 milioni di euro dal 2012 nella griffe, ma oggi intende disimpegnarsi totalmente dalla maison e passare la mano a un nuovo investitore che possa finanziare un altro rilancio.
 
In mancanza di risultati, nel 2016, pochi mesi dopo la morte della sua emblematica stilista omonima, la griffe aveva annunciato il licenziamento di un quarto della sua forza lavoro allo scopo di rilanciarsi. Uno sforzo infruttuoso, poiché nel 2018 il fatturato era crollato, secondo Les Echos, a 35 milioni di euro, quasi due volte in meno del dato del 2012 al momento dell’acquisto, con più di 30 milioni di perdite operative.
 
Anche il parco di negozi di Sonia Rykiel si è considerevolmente ristretto, passando in pochi anni da una trentina a una decina di store monomarca a suo nome (6 dei quali in Francia, e ormai solo 2 a Parigi), ai quali si aggiungono dei corner all’interno di alcuni grandi magazzini.
 
Il cinquantesimo anniversario del brand, celebrato l'anno scorso con numerosi eventi, non era riuscito a rivitalizzare le vendite. Il direttore artistico dell’azienda dal 2014, Julie de Libran, aveva lasciato l’incarico il mese scorso.
 
La scorsa estate, First Heritage Brands aveva anche nominato un nuovo direttore generale, nella persona di Perry Oosting, che sostituiva Eric Langon, in carica dall’acquisto avvenuto nel 2012.
 
Figura emblematica della moda parigina, riconoscibile per i suoi fiammeggianti capelli rossi, Sonia Rykiel è mancata nell’agosto del 2016 all’età di 86 anni. La "regina della maglia" si era lanciata nella moda nel maggio del 1968, e il suo maglioncino attillato, come pure le sue righe colorate, erano diventati il suo marchio di fabbrica nel corso dei decenni.
 
Lo scorso anno, altre due case parigine avevano già vissuto una situazione simile, Carven e Lanvin, entrambe passate nelle mani di gruppi cinesi per rilanciarsi: rispettivamente, Icicle e Fosun.
 
Con AFP 

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