La K-Beauty non smette di attrarre i pesi massimi della cosmetica
Questa settimana, Beiersdorf ha annunciato di aver acquisito una quota di partecipazione “significativa” di LYCL, diventando il secondo azionista di questa start-up si Seoul che opera nel campo della beauty tech. L’obiettivo del gruppo tedesco, proprietario fra gli altri dei brand Nivea e La Prairie, è sedurre i consumatori più connessi al Web e guadagnare quote di mercato in Corea del Sud e nella sua regione d’influenza.

Entrando nel capitale di LYCL, che si struttura attorno a unpa.me (una piattaforma di opinione sui prodotti di bellezza coreani), plalett.me (una rete di influencer) e Unpa.Cosmetics (un marchio di skincare), Beiersdorf dovrebbe così raggiungere quasi 1,2 milioni di consumatori potenziali.
L’acquisizione di questa partecipazione societaria avviene a quasi un anno esatto di distanza dall’apertura a Seoul di Nivea Accelerator NX, l’incubatore del gruppo Beiersdorf dedicato ai marchi di prodotti di bellezza sudcoreani. Una struttura che attualmente ospita cinque brand/aziende, tra cui LYCL.
E negli ultimi anni le acquisizioni della totalità o di parte di quote del capitale di perle della cosmetica sudcoreana si sono moltiplicate: L’Oréal con il marchio di make up Stylenanda, Unilever col produttore di cosmetici Carver o LVMH nel 2016 con Clio Cosmetics.
Il 18 novembre scorso, il gruppo americano Estée Lauder ha invece acquisito tutte le azioni di Have & Be Co., la società coreana che guida i marchi Dr. Jart+ e Do The Right Thing. Nel 2015, il gruppo aveva già realizzato un primo investimento acquisendo una quota di minoranza del capitale dell’azienda con sede a Seoul. E in quattro anni, solo il marchio Dr. Jart+ ha superato i 500 milioni di dollari (quasi 452 milioni di euro) di giro d’affari annuo, seducendo una clientela non solamente asiatica, ma anche nordamericana. Secondo Estée Lauder, Have & Be Co. avrebbe ormai un valore di 1,7 miliardi di dollari (1,5 miliardi di euro).
L’espansione della K-Beauty (espressione che indica il settore del Beauty coreano) è tutt'altro che terminata. Secondo Allied Market Research*, il comparto della bellezza coreana, che nel 2018 valeva 9,3 miliardi di dollari, dovrebbe raggiungere nel 2026 i 21,8 miliardi di dollari, mettendo a segno una crescita annua media dell’11,3%. “Clean”, “Green” o “Tech”, i marchi sudcoreani di prodotti di bellezza coporono tutte le grandi tendenze di fondo che percorrono il settore. Una forza che consente loro di piacere in numerosi mercati. Dietro all’Asia, il Nord America è il loro secondo sbocco di mercato.
L’Europa, attualmente il terzo mercato, dovrebbe invece sperimentare la crescita più elevata nei prossimi 7 anni. Molto performante anche nel network del travel retail, la K-Beauty dovrebbe veder crescere le vendite online del 13% tra il 2019 e il 2026.
*Estratti dello studio della società americana Allies Market Research “K-Beauty Products Market by Product Type, End User, and Distribution Channel: Global Opportunity Analysis and Industry Forecast, 2019-2026”.
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