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21 feb 2013
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La giovane creazione a Londra, una questione anche politica

Pubblicato il
21 feb 2013

Le presentazioni autunno-inverno 2013-2014 di Londra sono cresciute, pur se incuneate tra New York e Milano, grazie alla loro creatività e all'entusiasmo crescente delle autorità locali, dei media e dei buyer internazionali.

Louise Gray autunno-inverno 2013-2014 (Foto: PixelFormula)


A partire dall'inaugurazione ufficiale di venerdì scorso, le parole di Nathalie Massenet sono state alquanto convinte e persuasive: “La moda britannica non è mai stata tanto riconosciuta a livello mondiale”, ha affermato questa protagonista dell'e-commerce di lusso, nominata quest'anno presidente del British Fashion Council. “Non esiste una boutique o una pubblicazione di moda che non rivolga la sua attenzione verso Londra per aggiornarsi”, ha dichiarato. La sua missione per la moda britannica sembra molto chiara: "Vogliamo guidare e non seguire, definiremo le nostre regole ed entreremo in un'era di rinnovamento degli affari, d’innovazione e soprattutto di fiducia in noi stessi"… Il British Fashion Council, che invita la stampa internazionale, i buyer e sempre più giovani brand emergenti non-britannici ad approfittare dell'eco crescente di Londra, ha la particolarità di essere un'istituzione governativa, dunque politica. Per quanto riguarda la stampa, la presenza di membri del magazine “Vogue US” e di Style.com fa inoltre emergere una dimensione emozionale, con la maggior parte dei redattori e giornalisti di questi media leader che sono anch'essi britannici, in primis Anna Wintour e Tim Blanks.

Simone Rocha autunno-inverno 2013-2014 (Foto: PixelFormula)


Lo stile delle collezioni londinesi si mostra sempre più realista, come se la serietà richiesta dalle autorità avesse già avuto un impatto sulle menti creative, di solito stravaganti per tradizione. La nuova ondata di stilisti celebrata dalla stampa di moda (J.W. Anderson, Michael Van der Ham, Sister By Sibling, Simone Rocha, ecc.) ha privilegiato proposte indirizzate a una clientela più ampia del solito. Anche le star affermate (Katrantzou, Pilotto, Saunders o Erdem) proseguono in questa stagione la loro traiettoria fuori quadro e sperimentale, senza dimenticare di piacere a un più ampio spettro di clienti. Se dalla turbolenta Louise Gray rotoli di carta igienica punteggiano i look della sua collezione giubilante chiamata "Hey Crazy", i vestiti si rivelano quanto di più serio e commercialmente attraente si possa avere.

La palma del défilé più applaudito va senza dubbio a Christopher Kane, fresco di acquisto da parte di PPR. La sua collezione di 60 modelli ultra-desiderabili ha conquistato il cuore di Salma Hayek, presente in prima fila, e ha visibilmente confortato François-Henri Pinault della bontà del suo investimento. Al punto di lasciar sfilare Christopher Kane sempre a Londra? Non è così sicuro, secondo le ultime voci di corridoio. Ma se sarà questo il caso, si tratterebbe del primo marchio londinese supportato da PPR a non sfilare a Parigi, Stella McCartney e Alexander McQueen lo attestano.

Florent Gilles (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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