La Fashion Week di Milano si chiude con Francesca Liberatore, Luisa Spagnoli, Dsquared2 e Pucci
Nonostante un tempo capriccioso, con una domenica particolarmente piovosa a Milano, gli stilisti sono riusciti a cavarsela al meglio delle loro possibilità in questo penultimo giorno di Fashion Week mostrando collezioni molto varie. Come Francesca Liberatore e Luisa Spagnoli, che hanno sfilato in presenza, e Dsquared2 ed Emilio Pucci, che hanno optato per un format digitale.

La stilista-artista Francesca Liberatore ha aperto le danze al mattino con una sfilata-performance originale organizzata in uno storico cinema di Milano con il supporto tecnico di Naumachia Network, che gli ha permesso di duplicare le sue indossatrici, i cui ologrammi sfilavano nella lobby di fronte ai passanti e al pubblico rimasti all’esterno.
Mentre le modelle sfilano nella sala in mezzo agli spettatori, questi possono seguire simultaneamente un film sul grande schermo, che illustra in un collage di immagini lo spirito della collezione. Per l'estate del 2022, la designer è stata ispirata dalle quattro sculture che ornano gli angoli della chiesa sconsacrata di San Michele di Ferrara, acquisita quest'anno dalla famiglia Liberatore per farne un centro culturale.
Il leone, l'aquila, il toro e l'angelo determinano i quattro temi della collezione con vestiti di volta in volta appariscenti, con tessuti dorati e ricamati, fluidi, con tessuti impalpabili marezzati e iridescenti, come organza e tulle, o più solidi, come il cotone, il jersey metallizzato, il vinile e la pelle pieghettata.

Luisa Spagnoli, che ha fatto il proprio ingresso nel calendario milanese in questa stagione, ha avuto la fortuna di poter dribblare la pioggia, approfittando di un miglioramento delle condizioni atmosferiche, per rivelare la sua collezione molto estiva ispirata all'America Latina sotto le arcate del chiostro del rinascimentale Palazzo Isimbardi.
Cappelli di paglia a bordo rialzato in stile cowboy, top ricamati e finemente frangiati come scialli andalusi, giacche e gonne in pelle scamosciata anch’esse a frange, abiti da zingare a maniche cadenti stretti alla vita da una cintura... La silhouette per la prossima estate di questo marchio di lusso accessibile fondato nel 1928 è un richiamo all’evasione verso terre calde e lontane.
“Volevo far viaggiare i miei clienti almeno mentalmente”, dice Nicoletta Spagnoli, che rappresenta la quarta generazione della famiglia a capo dell'azienda, e che ha ne ha preso le redini nel 1986. “Questa prima sfilata nel calendario della Settimana della Moda di Milano segna un punto di svolta per la nostra maison, che ha sempre messo in evidenza i suoi valori di qualità e autenticità”, continua.
Capelli lunghi ondulati, che cadono con naturalezza sulle spalle, la donna Luisa Spagnoli distilla la sua eleganza con semplicità in tutte le circostanze, con tenute pratiche e impeccabili, dalle maglie in jacquard sovraricamate ai maxi abiti fluttuanti di seta ai corpetti di pizzo, passando per gli outfit più sportivi, come i completi kaki o le tute-pantalone a quadratini Vichy.

Cambio netto di ambientazione per Dsquared2, che ha filmato la sua sfilata mista nei giganteschi spazi fatiscenti e scalcinati di una fabbrica dismessa ai margini di Milano, e nei suoi dintorni invasi da una vegetazione lussureggiante. Un gruppo di giovani, ragazze e ragazzi, ai piedi stivali neri a lacci bianchi, in stile scarpette da boxe, si ritrovano in quel luogo per imbrattarne i muri decrepiti.
I ragazzi si mostrano in atteggiamenti ribelli, mescolando lo stile da rocker maledetto con il grunge, mentre una vena poetica attraversa il set nelle delicate ali di tulle e tessuto di cui sono dotate alcune giacche e camicie maschili. Il duo di designer Dean e Dan Caten ha lavorato in particolare sui contrasti per costruire un guardaroba alla fine molto vario.
I gilè del papà senza maniche s’infilano su corpetti raffinati pieni di fiori, la sciarpa sottile come uno spago annodata intorno al collo. I capi in denim sono proposti in patchwork o usati e strappati. Anche i pantaloni in pelle e in vinile sono lacerati, combinati con tute-babydoll che lasciano intravedere il reggiseno realizzate in tessuti leggeri e trasparenti come tulle e organza.

Questi stessi materiali delicati si ritrovano da Emilio Pucci, che proietta i suoi modelli in un arredamento totalmente bianco. I tessuti diafani, stampati o ricamati, sono usati per confezionare lunghe tuniche che s’infilano sui corpi come un filtro decorativo, lasciando vedere in trasparenza un top, un legging, un costume da bagno, ecc.
Il marchio italiano di LVMH, noto per gli stampati e i motivi vintage, propone per la prossima estate, con un approccio inaspettato, anche una serie di abiti minimalisti, declinati in bianco o giallo lime, come una gonna lunga e dritta abbinata a un top a losanga e una serie di abitini-grembiule dalle profonde scollature.
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