La dozzina di Deeny: le 12 migliori collezioni al mondo di questa stagione
La stagione delle passerelle si è appena conclusa segnando un ritorno allo chic sfrenato, con marchi e designer desiderosi di catturare nuovi seguaci dopo l'oscuro periodo pandemico.
È stata anche la stagione più impegnativa da quando la pandemia è svanita, con oltre 300 sfilate organizzate nelle quattro capitali della moda, nel periodo andato da venerdì 10 febbraio a martedì 7 marzo. La maratona di 26 giorni alla fine ha messo un freno all'idea che Covid significasse un cambio di paradigma verso l’organizzazione di un numero minore di show ed eventi. Questo mese di sfilate fisiche ha segnato anche il ritorno in massa, sia a Parigi che a Milano, delle star del cinema asiatico e delle eroine del K-Pop, sostenute dal loro caravanserraglio di adulatori e tirapiedi.
Ma soprattutto, è stata una stagione trionfale per la moda, con alcune brillanti esibizioni di star già affermate e una nuova coorte di talenti. Ecco in ordine alfabetico le 12 dichiarazioni di moda più memorabili preferite in questa stagione dal vostro critico: Deeny's Dozen, la dozzina di Deeny.
Alexander McQueen
Indiscutibilmente, il miglior tutorial sartoriale dell'anno: silhouette brillanti, stampe anatomiche meravigliose e audace messa in scena in un gigantesco cilindro dietro la tomba di Napoleone. Forse Sarah Burton non ha aperto così tanti nuovi orizzonti, ma ha raffinato la propria visione della moda meglio di tutti i suoi colleghi.
Bottega Veneta
Una festa visiva che celebra la cultura carnevalesca; un'abile meditazione sul power dressing tecnicamente notevole - dalle trame dispiegate e manifeste ai tessuti classici realizzati in pelle microscopicamente rasata. Il climax? Le forme degli abiti leggeri come piume – scolli all'americana, abiti chemisier, pouf e vestiti da ballo. Soprattutto, una bellissima affermazione di stile da parte di Matthieu Blazy, il più importante direttore creativo emerso nell'ultimo quinquennio.
Courrèges
Nicolas di Felice continua a migliorare. Dopo aver sapientemente rilanciato Courrèges, ha portato il marchio in un posto nuovo con un futurismo divertente, funky e pieno di finezza. Cappotti cocoon, felpe con cappuccio e giacche in pelle, lattice, lana a quadretti e plastica verniciata, quest’ultima tipica di Courrèges. In nessun guardaroba dovrebbe mancare un look Courrèges by di Felice.
Durazzi

Non più di 200 persone si sono presentate alla piccola sfilata di Durazzi all'interno di un suggestivo appartamento di epoca razionalista. Eppure questo è sembrato un momento A Star is Born per Ilenia Durazzi. Una moda che fonde l'architettura con lo stile equestre, presentata su sole otto modelle, che indossavano stampe di cavalli, cappotti con occhielli, cappotti sperimentali in feltro e pantaloni Navajo. Accanto a loro, una serie di concettuali coperte per cavalli, poste su rastrelliere di ferro; fuori due cavalli bianchi selvaggi pascolavano nel giardino. Elegante, elegiaco, ispiratore e stimolante.
Erdem
Pochi show valgono maggiormente la pena di essere visti come quelli di Erdem, il re della moda vittoriana. In particolare questo febbraio, vista la sua interpretazione deliziosamente abbellita delle damigelle in pericolo. La cosa più vicina alla haute couture che esiste a Londra, dal più importante stilista mai emerso dal Canada.
Khaite
Catherine Holstein di Khaite crea abiti che odorano di successo creativo cerebrale. Ora ha il suo primo flagship a Soho, dove è stata allestita la sua ultima sfilata, che ha mostrato un'altra stupenda collezione: grandi cappotti che definiscono uno stile, confezionati in pelle robusta e chic, tagliati a portafoglio, con bottoni in vista, grosse spalline e grandiosità. È la stilista del momento negli Stati Uniti.
Loewe
Senz’alcun dubbio lo show più acclamato di Parigi. Concettuale, fresco, intelligente e realizzato con materiali spagnoli robusti – i più brillanti scamosciati grezzi di sempre. Il défilé è stato completato da abiti stampati riciclati e messo in scena in modo straordinario in una passerella bianca piena di sculture di coriandoli di Lara Favaretto, costruita nel giardino del castello di Vincennes. Un secolo fa hanno giustiziato Mata Hari proprio all'interno di quel castello; in questa stagione, Anderson vi è stato consacrato come lo stilista più influente della moda.
Max Mara
Ispirata dall'intellettuale Emilie de Châtelet, compagna di Voltaire, questa miscela di silhouette del XVIII secolo, attitudine romantica, tessuti eccezionali e punk elegante è stata finora la più grande sfilata di Ian Griffiths per Max Mara. È stata anche, molto semplicemente, la massima espressione del lusso moderno vista nella moda di questa stagione.
Miu Miu
Ancora un'altra grande collezione provocatoria di Miuccia Prada, in uno show in cui metà del cast indossava biancheria intima a vista, pur avendo indosso il più alto-borghese dei guardaroba - dai twin set in cashmere ai blazer voluminosi. Eppure il senso di potere audace e il cast inclusivo (da Emma Corrin, che interpretava la principessa Diana in The Crown, a Zaya, la quindicenne figlia trans di Dwyane Wade e Gabrielle) hanno reso questa la dichiarazione femminista più eloquente della stagione.
Prada
L'applauso più forte in tutte e quattro le città è stato per il brillante ritorno in forma di Miuccia Prada e Raf Simons da Prada, in uno show basato sulle uniformi, da quelle marziali alle infermieristiche, completato con applicazioni e scarpe fatte con gli origami e dalle giacche più ambite della stagione, ovvero i blazer in pelle scamosciata brunita. È stata la collezione più attuale di tutte.
Proenza Schouler
Una collezione iperindividualista di 40 look diversi uno dall’altro, incentrata sull'eleganza derivante dal riuso. Spiccano i top in velluto tinto a goccia e gli abiti realizzati con cubetti di ghiaccio fatti di tintura. Sete riciclate dagli archivi del duo, viste in abiti plissettati splendidamente drappeggiati. Dalle fantastiche maglie, lavorate a tricot con un angolo di 60 gradi per farle pendere elegantemente di traverso, ai sensazionali abiti da incidente d'auto in filo metallico realizzati su garza di crêpe, la collezione ha esibito gli abiti più strabilianti di tutte.
Vivienne Westwood
Si è trattato tanto di una commemorazione della grande stilista, scomparsa poco dopo Natale, quanto di una classica sfilata in passerella. Una collezione emotiva che si rifà a gran parte del DNA di Vivienne: punk, anglomania, Restaurazione e la campagna bucolica del nord dell'Inghilterra. E, cosa più significativa, una dichiarazione di moda trionfale, con il successore e vedovo di Vivienne, Andreas Kronthaler, che ha dimostrato di possedere il talento e la spinta per mantenere la maison Vivienne Westwood rilevante e influente anche in futuro.
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