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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
29 set 2020
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La cattedrale di arte concettuale di Christian Dior

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
29 set 2020

Martedì veniva istintivo genuflettersi all’ingresso del palco per la sfilata di Christian Dior. Il direttore creativo della moda femminile della maison, l’italiana Maria Grazia Chiuri, ha infatti messo in scena la sua ultima opera di moda femminista in una tenda alle Tuileries allestita come una cattedrale d’arte concettuale.

Dior - Primavera-Estate 2020/2021 - Foto: Dior - Dior


Primo grande show dei nove giorni della Settimana della Moda parigina di questo autunno, il défilé Dior è stato presentato in un pomeriggio umido e piovoso in uno spazio espositivo interno completamente nero, illuminato da gigantesche scatole luminose che imitavano la forma delle finestre gotiche. Tutto ideato da Lucia Marcucci, artista contemporanea che s’ispira alle opere di Piero della Francesca e Georges de La Tour.
 
Anche la colonna sonora contribuiva alla ieraticità del tutto, risultando particolarmente drammatica: una decina di voci femminili che cantano una variazione su canti tradizionali della Corsica, creata da Lucia Ronchetti. Un gruppo chiamato Sequenza 9.3, basato vicino Parigi, e guidato da Catherine Simonpietri. Un canto a cappella in una cattedrale sofisticata che ha aggiunto altro senso alla cerimonia, o quello che Chiuri ha chiamato “questo rituale della moda”.

Nonostante il ridotto numero di ospiti - appena 350 persone, mentre Dior spesso ne invita quattro volte di più - questa è stata una collezione completa, con un totale di 81 look, la cui idea chiave era il patchwork di tessuti e la mescolanza di culture.
 
La scintilla di questa collezione è stata l'incontro di Chiuri con Marcucci, e la loro discussione su un progetto non realizzato: “Vetrata di poesia visiva”Ognuna delle cornici dell'ambientazione sacra di Dior mostrava parole e riflessioni sulle donne, e grandi opere d'arte rinascimentale e moderna raffiguranti donne.
 
La sfilata si è aperta con alcune silhouette forti e audaci – una serie di cappotti in tessuto indonesiano ikat con motivo paisley. La Chiuri si è così innamorata di questo tessuto che ha persino mostrato pantaloncini ikat e magliette lavorate a maglia. Tutti tagliati in una silhouette magnanima con la figura, eppure altrettanto sensuale.

Dior - Primavera-Estate 2020/2021 - Foto: Dior - Dior


Chiuri ha persino realizzato un mini abito/cappotto ikat, tagliato ben sopra la coscia, dopo aver scoperto negli archivi della casa l'immagine di una collaborazione tra Monsieur Dior e una rivista giapponese nel 1957. Una sorta di figurina in tre dimensioni della “Bar Jacket” e un New Look totalmente ripensato.
 
“Era uno schizzo la cui costruzione era completamente diversa da quella che avrebbe creato Monsieur Dior a Parigi, una giacca che si userebbe a casa. Dior nasce nel 1947 con la couture, ovvero la realizzazione di abiti unici per un corpo specifico. Ma io voglio disegnare abiti che si adattino a tutti i tipi di corpi e stati d’animo riguardanti noi stessi, quindi fatti di materiali più morbidi e meno rigidi”, ha spiegato Chiuri in una call su Zoom nel dopo show.
 
Quindi materiali più soffici e leggeri – lino e cotone e maglia. E il fascino dei materiali chiné francesi e italiani mescolati con gli ikat indonesiani. “Un dialogo tra due tessuti in un collage, per creare un guardaroba molto personale”, ha sottolineato la stilista romana.
 
La Chiuri si è anche buttata sull'idea di un'accademia idealizzata per le donne (i cui membri includono Virginia Woolf, Susan Sontag e Simone de Beauvoir), spedendo in passerella outfit poetici per queste accademiche, da avvolgenti abiti a tunica in chiffon semitrasparente a una classica camicia da uomo Dior rinnovata, su larghi pantaloni di seta. Anche il cast sembrava più rilassato, con abbondanti capelli gonfiati da ciocche e trecce.
 
“Penso che ora il nostro rapporto con i vestiti sia completamente diverso rispetto al passato. Abbiamo meno vita pubblica e più vita privata. Con la pandemia abbiamo un rapporto differente con il nostro corpo, per prendercene cura e proteggerlo. E il rapporto con i vestiti è maggiormente privato e più intimo. Stiamo vivendo un momento di distanziamento sociale che può essere deprimente. Quindi le persone per sentirsi meglio hanno bisogno che la moda dialoghi con loro”, ha affermato la couturière di Dior.

Dior - Primavera-Estate 2020/2021 - Foto: Dior - Dior


Sebbene la sfilata sia stata intrisa di riferimenti storici, Dior ha mantenuto le cose contemporanee, trasmettendo questo show della cattedrale in diretta streaming e, con un’intelligente mossa di debutto, lo ha mostrato in diretta anche su TikTok.
 
“Siamo molto felici di presentare la nostra ultima collezione a Parigi, in solidarietà con gli altri marchi che partecipano anch’essi alla celebre Settimana della Moda della città, un evento che ha avuto un ruolo chiave nella storia della nostra Maison, da quando Monsieur Dior ha svelato il suo rivoluzionario New Look nel 1947. Sfortunatamente, a causa della situazione attuale, meno persone possono viaggiare e l'accesso allo show sarà ulteriormente limitato. Ecco perché siamo lieti di collaborare con TikTok per la trasmissione in diretta di questo evento unico, permettendoci di connettere le persone e di raggiungere il futuro pubblico della moda… che potrà vivere lo spettacolo in prima persona comodamente da casa”, ha spiegato il CEO di Dior Pietro Beccari.

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